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Considerazioni sull’allenamento Under 16 Maschile

A circa un anno di distanza dal precedente lavoro sull’U14 maschile, sono oggi a proporre il “sequel” di quel documento, incentrato questa volta sulla categoria Under 16 maschile. Come nell’altro caso, si tratta di una serie di considerazioni e appunti accumulati in un anno con la squadra che ho allenato a Modena.

Di seguito il link per il download in due versioni (una più adatta alla stampa, una più indicata per la visualizzazione su PC/Tablet) e la descrizione di tutte le parti del documento.

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Introduzione: Under 16 maschile

L’anno scorso, dopo il mio primo anno alla guida di un gruppo Under 14, ho pensato di raccogliere idee, congetture, metodologie ed esercizi utilizzati durante la stagione, per comporre un documento – schematico e il più possibile pratico – che potesse essere per me una relazione e per chiunque fosse interessato uno spunto per il proprio lavoro.

Quest’anno ho invece lavorato con un gruppo Under 16, sempre maschile, formato in gran parte dai “miei vecchi U14”, più qualche inserimento. Vista la personale soddisfazione del lavoro pubblicato la scorsa stagione, quest’anno ho deciso di iniziare fin da subito a predisporre il materiale per una relazione finale sotto forma di diapositive: il risultato è questo documento.

Il vantaggio di partire da subito con l’idea di una relazione finale è che, così facendo, questo documento non riporta stralci, spezzoni o riadattamenti del lavoro di quest’anno…riporta proprio il lavoro stesso! L’unica variazione fatta, naturalmente, è stata quella di eliminare alcune informazioni “riservate”, ossia specifiche dei ragazzi che ho allenato.

Come per l’altro documento, questo elaborato non potrà essere completo, non potrà contenere verità assolute, non potrà essere sempre chiaro ed esaustivo: l’obiettivo è che, semplicemente, sia qualcosa.

Contesto

  • Contesto di lavoro
  • Il problema più grosso

Atleti

  • Tipologie di atleti
  • La ricerca del talento
  • Tipologie di talento secondo il CQN

Programmazione

  • Scopi delle programmazioni: gerarchia delle programmazioni
  • Programmazione annuale
  • Programmazione dei macro-cicli
  • Programmazione dei meso-cicli
  • Programmazione settimanale
  • Programmazione delle singole sedute

Programmazione annuale

  • Obiettivi
  • Programmazione degli obiettivi annuali
  • Programmazione dei contenuti: macro-obiettivi, micro-obiettivi e loro importanza
  • Programmazione delle pre-condizioni
  • Programmazione dei tempi

Programmazione dei macro-cicli

  • La fase di introduzione
  • La fase preparatoria
  • Le tre fasi agonistiche
  • La fase transitoria

Programmazione dei meso-cicli

  • Struttura tipica di un meso-ciclo: obiettivi e legame con gli obiettivi della programmazione annuale
  • Struttura della “settimana tipo”

Programmazione settimanale

  • Obiettivi

Programmazione e costruzione della seduta di allenamento

  • Analisi dei vincoli di programmazione
  • Definizione degli obiettivi della seduta
  • Parte di attivazione motoria
  • Parte di attivazione fisico-tecnica
  • Parte tecnica principale
  • Attacco
  • Parte situazionale
  • Defaticamento
  • Strutture differenti
  • Variabilità delle programmazioni

Obiettivi del Direttore Tecnico

  • La figura del Direttore Tecnico
  • Come fare in assenza di un Direttore Tecnico?
  • Obiettivi del Direttore Tecnico

Obiettivi tecnici

  • Obiettivi assoluti
  • Percorso di alzata per alzatori e alzata per tutti
  • Battuta-Ricezione in tutti i modi
  • Altezza e potenza del colpo d’attacco lungo rincorsa
  • Costruzione di 2 tempi per l’attacco
  • Correlazione con il “prima” e con il “dopo”
  • Direzionamento del colpo d’attacco
  • Percorso didattico sul muro
  • Difesa
  • Obiettivi per U14

Programmazione fisica

  • Fasi sensibili
  • Priorità per le singole capacità condizionali
  • Struttura settimanale classica
  • Sovraccarichi (cenni)

Periodo introduttivo

  • Obiettivi
  • Struttura settimanale
  • Dettagli sedute (18 sedute)

Periodo preparatorio

  • Schema tipo settimanale
  • Obiettivi settimanali per fondamentale

Obiettivi individuali

  • Definizione

Modelli tecnici – Palleggio

  • Palleggio frontale d’alzata (focus: azione elastica delle mani)
  • Palleggio d’alzata rovesciato
  • Priorità per gli alzatori
  • Palleggio in sospensione e in salto
  • Gestione palloni sulla rete
  • Compiti delle dita nel palleggio
  • Gestione traiettorie
  • Personalità

Modelli tecnici – Bagher

  • Bagher d’appoggio frontale
  • Bagher d’appoggio obliquo
  • Bagher laterale di ricezione
  • Intervento su palla corta
  • Palleggio d’appoggio
  • Ricezione
  • Preparazione della ricezione
  • “Scuola di ricezione”
  • Ricezione servizi salto spin

Modelli tecnici – Attacco

  • Rincorsa d’attacco
  • Braccio d’attacco
  • Punto di impatto
  • Attacco di secondo tempo
  • Attacco di palla Super esterna (focus: tempi della Super)
  • Attacco di palla Alta esterna
  • Attacco di palla Tre

Modelli tecnici – Battuta

  • Battuta float
  • Battuta salto float
  • Battuta salto spin
  • Direzionamento battuta

Modelli tecnici – Muro

  • Muro sul posto
  • Muro dopo traslocazione
  • Muro di gruppo

Modelli tecnici – Difesa

  • Tipologie di difesa
  • Zone obiettivo
  • Considerazioni varie
  • Posture
  • Contenimenti
  • Fasce di intervento
  • Difesa nella figura
  • Difesa acrobatica laterale
  • Difesa acrobatica frontale

Modello tattico di riferimento – Introduzione

  • Obiettivi
  • Sviluppo tecnico e tattico
  • Flusso di gioco

Modello tattico di riferimento – Fase Cambio Palla

  • Analisi rotazioni
  • Sistema 6-2 e dettaglio schemi di ricezione (P1, P6, P5 e varianti)
  • Sistema 5-1 e dettaglio schemi di ricezione
  • Rotazioni: principi generali
  • Adattamento sulla zona di servizio
  • Larghezza dei ricevitori
  • Distanza da rete e intervento prioritario
  • Valutazione della traiettoria
  • Classificazione battitori (a priori e a posteriori)
  • Eccezioni in ricezione
  • Alzata
  • Chiamate per l’attacco (schemi d’attacco)
  • Base del centrale
  • Distribuzione con ricezione lungo la rete
  • Gioco a rete stretta e in combinazione
  • Scelte di distribuzione: criteri ed evidenze
  • Tipi di alzata
  • Tattica individuale del colpo d’attacco
  • Eccezioni in attacco

Modello tattico di riferimento – Fase Break Point

  • Analisi rotazione avversaria
  • Rischi al servizio
  • Schemi collettivi al servizio
  • Schemi collettivi muro-difesa
  • Posizioni d’attesa base
  • Cronologia minacce
  • Eccezioni in attesa
  • Classificazione attaccanti
  • Obiettivo difesa
  • Le chiamate di muro
  • Sistemi muro-difesa 2-1-3, 2-0-4
  • Sistemi muro-difesa contro attacco dal centro e lungo la rete
  • Analisi ricezione avversaria
  • Eccezioni a muro
  • Free ball
  • No-Muro
  • Fase di difesa ed eccezioni
  • Keypoint tecnici: Muro e Difesa
  • Organizzazione contrattacco
  • Ricostruzione
  • Sistema di copertura
  • Copertura minima a doppia L
  • Copertura estesa ad archi di circonferenza
  • Tecnica e tattica individuale di copertura
  • Riassunto responsabilità
  • La nostra filosofia di gioco

Metodologia

  • Principi
  • Scala di priorità
  • Gestione allenamenti
  • Fogli presenze e rendimenti
  • Lavoro a stazioni
  • Allenamento dei fondamentali: caratteristiche e problematiche
  • Strategie di rilevazione e correzione degli errori tecnici e tattici
  • L’errore grave
  • Riunione pre-gara
  • Riscaldamento pre-gara
  • Gestione time-out
  • Studio dell’avversario

Analisi statistica

  • Analisi dei punti
  • Analisi delle situazioni
  • Modello Trofeo delle Province Bologna Maschile, 2011/2012

Gestione del gruppo

  • Il ruolo dell’allenatore
  • La costruzione della squadra
  • Il capitano
  • La doccia
  • Politiche di turn over
  • Politiche titolari e riserve
  • Rapporto con i genitori
  • Rapporto con i dirigenti
  • Regole generali di squadra
  • Regole per i collegiali

Eserciziario

  • Esercitazioni per il riscaldamento
  • Esercitazioni per il riscaldamento tecnico e la tecnica di base
  • Esercitazioni per gli alzatori (focus: intensivo alzatore)
  • Esercitazioni per battuta e ricezione
  • Esercitazioni per l’attacco
  • Esercitazioni per il muro
  • Esercitazioni per la difesa
  • Verso il sintetico
  • Esercitazioni globali
  • Esempi di schede fisiche

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Questione di piedi

L’importanza dei piedi nella pallavolo deve essere considerata partendo dal presupposto che a pallavolo si gioca con le braccia, ma che “il corpo e quindi le braccia vanno dove vanno i piedi“. In questo articolo ho intenzione di scrivere qualche appunto relativo all’importanza dei piedi nei diversi fondamentali e gesti tecnici della pallavolo.

Un primo contributo dato dai piedi è dato dall’orientazione indotta sul busto. Se orientiamo i piedi verso una direzione, otteniamo, mantenendo una posizione naturale, un direzionamento del busto verso la direzione puntata dai piedi. Questo è un ottimo aiuto, ad esempio, per orientare una battuta da terra verso una determinata zona del campo. La prima cosa che insegno ai bambini, per direzionare una battuta verso una parte del campo, personalmente, è quella di orientare il piede avanti (e quindi quello dietro, e quindi il busto) proprio lungo la direzione desiderata e di lavorare in seguito sul lavoro frontale del braccio. In questo modo riusciamo a direzionare la palla dove desideriamo senza ricorrere a particolari varianti tecniche.

La rapidità dei piedi è un argomento molto interessante dal punto di vista della preparazione fisica (si vedano i vari lavori presenti sul web), che ha grosse ripercussioni tecniche su gesti quali gli spostamenti a muro, in ricezione ed in difesa. Ogni spostamento per i fondamentali di ricezione, alzata e difesa deve essere eseguito a passi rapidi, brevi e precisi (salvo spostamenti molto lunghi), al fine di arrivare sotto il pallone in condizioni di equilibrio e staticità.

Sugli spostamenti a muro, invece, il controllo del piede è necessario per una corretta orientazione rispetto alla rete. Si pensi ad esempio al classico passo di apertura e incrocio: il primo passo, con il piede esterno, deve essere fatto con il piede lungo la linea del corpo e parallelo alla rete, in modo da scorrere parallelamente alla rete con tutto il busto; in caso di piedi più lontani e divergenti (risp. convergenti), si rischia di creare percorsi che si allontanano (risp. avvicinano) alla rete, creando pericoli di palla che si insacca tra le mani del muro (risp. invasioni). Al termine dello spostamento, è importante (ma non sempre possibile per motivi di tempo) che i piedi siano orientati verso il centro del campo avversario (quanto meno perpendicolari a rete), per favorire un salto con orientazione del busto (e quindi del piano di rimbalzo) nella direzione corretta ed evitare quindi il mani-out.

Dal punto di vista statico, la posizione dei piedi ha una notevole rilevanza per quel che riguarda l’equilibrio del corpo. I piedi sono uno dei primi indici per una corretta postura di preparazione ad un fondamentale. In linea generale, i piedi devono essere paralleli e leggermente sfalsati (in modo da creare posizioni facilmente abbandonabili per eventuali spostamenti) e la loro distanza laterale dipende essenzialmente dal tipo di fondamentale. Va sottolineato come un eccesso di apertura laterale o di sfalsamento possano compromettere anche considerevolmente l’equilibrio frontale e/o laterale (si provi a resistere ad una spinta laterale, partendo con i piedi molto stretti e particolarmente sfalsati).

I piedi hanno un ruolo importante anche nello spostamento del peso del corpo. Avendo i piedi sfalsati, aver spostato il peso del corpo su uno dei due fronti (avanti o indietro) è verificabile sollevando il piede non interessato (se ho il peso in avanti, posso tranquillamente sollevare da terra il piede dietro). Questo fattore è molto importante, specialmente con i più giovani o con le ragazze, dove lo spostamento del peso del corpo da dietro ad avanti è uno dei punti più imporanti per imprimere sufficiente forza alla palla (ad esempio in battuta).

Lo sfasamento frontale dei piedi, oltre al compito di rendere le posizioni più facilmente abbandonabili (sebbene questo non sia l’unico requisito), ha anche il compito di facilitare l’orientazione indotta sul busto. Avanzare un piede porta come conseguenza, infatti, l’orientazione delle spalle verso la direzione opposta (se avanzo il piede sinistro, creo naturalmente un’orientazione verso destra).

Analizziamo alcuni casi:

Piedi ricezione In ricezione (servizi flottanti) i piedi saranno poco più larghi delle spalle (e gli angoli al ginocchio e alla caviglia abbastanza aperti) per favorire uno spostamento in tutte le direzioni. Inoltre il piede più avanti sarà, di norma, quello esterno, per garantire un’orientazione del busto verso l’interno, oppure quello interno, nel caso si decida di utilizzare un bagher laterale dall’esterno all’interno.
Piedi difesa In difesa i piedi saranno più larghi delle spalle (con angolo tibio-tarsico piuttosto chiuso), per favorire una posizione che riesca a contenere la forza del pallone, recuperi in tutte le direzioni e anche uscite in avanti e laterale – avanti.
Piedi muro lettura Nel muro in lettura, i piedi sono poco più aperti delle spalle (e le gambe già cariche) per favorire salti più rapidi (anche se mediamente meno alti) e uscite laterali molto tempestive.
Piedi nel muro ad opzione Nel muro esterno e ad opzione, i piedi sono larghi quanto le spalle, per favorire il salto verticale.
Palleggio verso zona 4 Nella versione più basilare del palleggio d’alzata avanti, i piedi, larghi come le spalle o poco più (per garantire equilibrio), sono direzionati verso la zona obiettivo (ad esempio, la zona 4) e sfalsati, con il piede destro (risp. sinistro) avanzato per le alzate verso zona 4 (risp. verso zona 2). In questo modo garantiamo la frontalità verso la zona obiettivo (e quindi richiediamo una spinta di polsi e braccia dentro la linea del proprio corpo) e, grazie all’avanzamento di un piede, proteggiamo il corpo verso il nostro campo, rendendo più improbabile un’alzata diretta verso l’altro campo. Logicamente, all’aumentare della distanza da rete, cambia il piede avanti, per gli stessi motivi di orientamento già descritti. Ad esempio, per alzare in zona 4 una palla fuori dai tre metri, anteporremo il piede sinistro e non il destro come nel caso di una palla vicina alla rete.

Prendiamo ora in esame la posizione dei piedi in fase di attacco, sia da terra che prima di un salto. Nel caso di una piazzata da terra, i piedi sono paralleli, direzionati verso la zona obiettivo (se si intende tirare con il braccio dritto) e con il piede opposto a quello che colpisce avanti all’altro. In questo modo si facilita un’apertura verso l’esterno del busto, necessaria per caricare la spalla e imprimere forza al pallone. Si provi ad effettuare il gesto tecnico con i piedi invertiti, ci si troverà sicuramente in difficoltà meccaniche.

Nel caso dell’attacco in salto, i piedi assumono duplice importanza, sia dinamica che statica per la preparazione alla fase aerea. Nella prima fase della rincorsa, assistiamo ad una rullata tallone – punta del passo sinistro (nel caso di rincorsa per destrimani a tre passi: sinistro + destro-sinistro), che ha come scopo l’individuazione del giusto tempo di rincorsa e l’avvicinamento alla palla. Il piede sinistro appoggia con il ginocchio leggermente flesso, in direzione della palla. A questo punto, la rullata verso la punta del piede aiuta a creare una forza esplosiva (garantito dal progressivo sbilanciamento del corpo in avanti), ma permette, d’altro canto, di aspettare tutto il tempo desiderato (cosa ben più difficile se si poggia il piede con il ginocchio disteso o appoggiando direttamente la pianta o la punta del piede) prima dell’esplosione del doppio passo finale.

Passo finale Il passo finale, infine, ha il compito di creare i presupposti per un buon colpo aereo (come già visto per l’attacco piedi a terra, la possibilità di aprire completamente il busto e garantire quindi tutti i colpi), ma anche l’importantissima funzione di convertire una forza orizzontale (la rincorsa) in quasi-verticale (il salto). Per questo motivo risulta molto efficace avere i piedi abbastanza vicini, leggermente più stretti delle spalle e con il piede esterno decisamente convergente verso la rete (questo aiuta a frenare la rincorsa e favorire la verticalità del salto).

I piedi sono indicatori della distanza da rete e, come diretta conseguenza, della capacità di scelta di tempo della rincorsa e di valutazione della traiettoria. Nel caso di un’alzata di terzo-secondo tempo, i piedi hanno il compito di portarci leggermente dietro al pallone, in modo che questo si trovi all’altezza della spalla che colpisce, leggermente davanti al busto (non sopra). Se invece ci si ritrova esattamente sotto al pallone, molto probabilmente siamo di fronte a problemi di scelta del tempo (in particolare, partenza in anticipo); se ci si trova distanti da esso, il problema potrebbe essere causato da una scarsa capacità di analisi della traiettoria. Nel caso di un’alzata di primo tempo, i piedi devono portarci ad una distanza da rete tale da consentirci di scegliere il giusto colpo e di poter colpire la palla davanti scaricando poi il braccio avanti a noi: stacchi troppo vicini a rete compromettono le direzioni d’attacco e sono tipici in fase di apprendimento del gioco rapido, ma anche in fasi più avanzate, specie con i primi tempi più lontani dall’alzatore.

I piedi sono infine un altro grande indicatore di correttezza tecnica, compostezza aerea e prevenzione agli infortuni nell’analisi delle discese dai fondamentali aerei. In particolare, ci sono due aspetti da considerare:

  • Il punto di atterraggio rispetto al punto di stacco
  • Il numero di piedi con cui si atterra

Il punto di atterraggio è riferito all’analisi di eventuali voli aerei (meglio noti come fly), particolarmente pericolosi a muro (sia per i rischi di infortuni che di mani – out), e invece particolarmente desiderati nei fondamentali di attacco da seconda linea e battuta in salto a rotazione (per creare traiettorie più favorevoli alla propria squadra e per scaricare il peso del corpo sul pallone). Nel caso di un fly frontale a muro, questo potrebbe essere indicatore di scarsa mobilità di caviglia, oppure di un caricamento effettuato chiudendo eccessivamente l’angolo al ginocchio (l’angolo da chiudere a muro è il tibio-tarsico). Un leggero fly frontale in attacco da prima linea è normale e accettabile, a patto che non sia eccessivo, poiché questo comprometterebbe l’altezza del colpo in maniera significativa. Un fly laterale in attacco è solitamente sintomo di un errore di valutazione della traiettoria (si è andati a cercare la palla in volo e non con la rincorsa): questo è un fattore indesiderato, poiché compromette la stabilità, le direzioni d’attacco e l’altezza del colpo.

Per quanto riguarda l’atterraggio, è sempre sperabile che questo sia effettuato a due piedi, in modo da distribuire equamente il peso del corpo su entrambe le gambe (e le ginocchia). Questo è da ricercare soprattutto a muro (atterraggio ad una gamba è spesso sintomo di fly), ma anche in attacco, dove, seppur l’atterraggio leggermente sfalsato sia quasi naturale (per un destrimano, l’atterraggio avviene solitamente prima sulla gamba sinistra e poi su quella destra), è bene perseguire l’obiettivo di ridurre al minimo il lasso di tempo che intercorre tra i due appoggi e ricercare comunque un atterraggio composto.

Concludo con una citazione di un allenatore che ho conosciuto da poco e molto attento all’impostazione dei piedi: “Per capire quello che succede in alto, devi analizzare quello è che succede in basso!“.

Un grazie particolare ad Alberto Giorda per la collaborazione.

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