Calcio, Basket, Volley

CalcioMi domando sempre più spesso che cosa abbia il calcio in più del basket e cosa abbia questo in più del volley. Considerata la mole di tifosi e la quantità di denaro in circolazione, penso che il mio sia un dubbio più che lecito.

Il calcio è un fenomeno planetario e, nonostante in continui scandali, le continue botte e i continui problemi che ci vengono mostrati, gli appassionati rimangono fedelissimi, incollati a questo sport. Allora mi sono messo a pensare e mi sono venute in mente alcune considerazioni che voglio condividere con i visitatori di questo spazio.

Credo, banalmente, che calcio e basket sappiano vendersi meglio della pallavolo. E’ forse un’ipotesi un po’ bizzarra, ma è pur sempre un’ipotesi. Prendiamo ad esempio il calcio e guardiamo quali sono alcune caratteristiche che mancano alla pallavolo.

Immediatezza di gioco

Prendete due o tre amici e andate al parco, buttate due bottigliette o due magliette per terra in ognuno dei due campi e iniziate a giocare. Se anche doveste essere tutti inguardabili (parola di uno che veramente è imbarazzante a calcio), riuscirete sicuramente a trovare un vostro ritmo e a divertirvi come dei pazzi. Perché il calcio è uno sport che, almeno a livello basso, è facilissimo e non richiede alcuno strumento in particolare. Si gioca senza entrate pericolose, si discute un po’ sulla prospettiva delle porte, ma, in fondo, è tutto facile. Basta correre e tirare la palla. Se sbagli uno stop, ci ridi sopra, perché tanto al passaggio successivo la palla ti arriverà sui piedi.

Riprovate con il basket. Qui serve un canestro, ma direi che di un canestro sono dotati quasi tutti i parchi. Anche in questo caso, nonostante la difficoltà sia maggiore, è comunque facile, prima o poi, prendere un discreto ritmo e, se comunque tutti i giocatori sono più o meno allo stesso livello, è facile divertirsi.

Andate ora, sempre con i soliti amici imbarazzanti, a giocare a pallavolo. Anzitutto, serve una rete, cosa abbastanza rara nei parchetti più piccoli, altrimenti non si gioca a pallavolo, ma si fanno dei passaggi. Supponiamo che la troviate. Il primo giocatore batte a rete. L’altra squadra gira e il secondo giocatore batte fuori. Quando finalmente la palla passa la rete ed entra in campo, il bagher è questo strano mostro oscuro per cui è quasi sicuro avere una ricezione negativa. Conclusione: dopo 10 minuti si avrà già voglia di smettere. La pallavolo è uno sport facile da imparare, ma non è per niente facile giocarci finché non lo si sa fare.

Regolamento facile

Se ci pensate, le regole del calcio sono tutte abbastanza facili o, quanto meno, abbastanza facili da imparare in maniera generale. Il fallo, il goal, la rimessa laterale, il calcio d’angolo. L’unica regola leggermente complicata è quella del fuorigioco, ma in fondo, una volta imparata, è veramente banale anche quella. Forse sono un po’ vaghe, ma su questo tornerò dopo.

Pallavolo e basket peccano invece da questo punto di vista. Pensate a quanti falli difficili da capire e meccanizzare ci sono nella pallacanestro (passi, doppia, interferenza e così via) e quanti altri a pallavolo (doppia, trattenuta, invasioni di ogni tipo). Regole difficili, che spesso si ignorano quando si gioca con gli amici, proprio per il fatto che sono sconosciute ai più. Certo, questo contribuisce a rendere l’arbitraggio più ininfluente sul risultato finale, ma d’altro canto rende più difficile capire lo sport per i non addetti.

Contatto fisico

Qui c’è veramente poco da dire, non capisco esattamente il motivo, ma bisogna prendere atto del fatto che alla maggior parte delle persone piaccia vedere il contatto fisico tra atleti, questo lottare e portarsi via un attrezzo. Basti pensare che gli sport più diffusi nell’antichità erano la lotta e sport affini.

Errori arbitrali

Questa è forse una delle discriminanti maggiori. Mi è venuto in mente quando un amico mi ha chiesto: “Ma perché a pallavolo ci sono 2 arbitri e 4 guardalinee, mentre a calcio c’è un solo arbitro per un campo immensamente più grande, aiutato da 2 soli guardalinee?“. Mi è venuto da rispondere che l’errore arbitrale faccia parte dello spettacolo. Dico, immaginate cosa succederebbe al calcio se ci fossero, per dire, 4 arbitri, la moviola in campo e quant’altro? Come minimo, la metà delle trasmissioni televisive durerebbe un decimo di quanto durano ora. E il lunedì si discuterebbe molto di meno con compagni e colleghi di lavoro. Le stesse regole, se ci si pensa, si mantengono un po’ vaghe sul discorso dei falli e dei rigori, sempre così discussi. Eppure sarebbe apparentemente facile rendere l’errore arbitrale quasi nullo.

Invece noi a pallavolo, con tutti i nostri arbitri e così via, facciamo molta più fatica a condizionare una partita. Certo, a livello basso succede di tutto, ma questo è normale. Ad alto livello è raro che succeda qualcosa di così scandaloso. Anche perché un punto a pallavolo vale molto meno di un goal a calcio. Insomma, spero che il discorso sia più o meno chiaro.

Come ho detto e, spero, motivato, credo banalmente che il calcio si venda meglio. A seguire il basket. E poi la pallavolo.

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12 commenti su “Calcio, Basket, Volley”

  1. Calcio…da sportivo lo seguo (come tutto quello che si può associare alla parola sport), da pallavolista-allenatore lo ODIO! In Italia (le realtà in alcuni paesi sono diverse) questo sport si mangia (secondo me) il 50% dei soldi (dai finanziamenti alle sponsorizzazioni) che circolano nel mondo legato alle attività sportive.
    Oltre a questo piccolo “dislivello” sulla suddivisione della “torta” (il CONI non fa poi molto per cambiare le cose…dico solo una parola: politica? Non vado oltre perchè Andrea mi oscurerebbe il post) il Calcio riesce anche a convincere la maggior parte degli atleti maschi (e anche il femminile, a basso livello e nella forma del calcetto, inizia a fare i suoi proseliti…) a buttarsi su questo sport. Perchè? Vedi solo quello…se vedessi tutti i giorni sui Media che la Terra è cubica, scommetto che prima o poi qualcuno lo penserebbe davvero! Poi il mito del calciatore, veline, soldi, la tua faccia sulla ultima versione di FIFA per PS3…Ho un nipote maschio di 12 anni, bene mi è capitato di stare a casa sua per il periodo delle Olimpiadi. Cosa guardavo delle Olimpiadi? Le partite delle Nazionali di pallavolo, Beh! la sua difficoltà principale era capire le regole che comandano questo sport (rotazione, 3 passaggi…per fortuna c’è il Rally point system altrimenti vai a spiegargli il cambio palla…). Ebbene sì! il calcio funziona perchè ha poche regole (magari di interpretazione…così torna buono il tuo ragionamento sui commenti post-partita) ed è immediato nell’apprendimento (per le tecniche base…chiamiamole così). In un post che ho lasciato in un altro Forum, avevo creato (in modo simpatico ma con fondo di verità…) per un allenatore, un elenco di motivi per convincere dei ragazzi maschi a giocare a Pallavolo, te la riporto pari-pari:

    A) Raccontandogli che ci sono più donne che nel Calcio (questa è troppo scontata…)
    B) Si fa meno fatica (Non è vero…ma se ci crede…)
    C) Si evita il contatto fisico (questo è vero!)
    D) E’ uno sport che non ha “tempi morti” e tutti sono sempre partecipi alla azione (anche questo è vero!)
    E) Non è uno sport SOLO per femmine!!!!! (Lo dico contro il mio interesse…la pallavolo maschile è molto più spettacolare di quella femminile)
    F) Tutti sanno tirare un calcio ad un pallone, NON tutti sanno fare un palleggio “accettabile” (Tutti sanno fare le cose facili…le difficili qualcuno in meno…)

    Il punto “F” assomiglia a qualcosa che hai evidenziato nel tuo post…

    Io da Allenatore, gioco molto su questa cosa “del saper fare la cosa difficile”, perchè la trovo più stimolante, ma ai giovani pare che la cosa non interessi, optano per il “facile ma sicuro”.
    Quello che mi dispiace, ma forse lo avevo già detto un post precedente, è come il calcio riesca a trattenere diversi atleti di mediocre qualità che magari potevano essere “potenziali” campioni in altri sport (pallavolo compresa). Mentre in altri sport quando uno si sente mediocre, spesso cambia o smette addirittura.
    In eventi come le Olimpiadi, spero sempre che qualche atleta italiano di qualche sport “improbabile”, utilizzando la visibilità del momento, faccia presente al CONI la differenza dei trattamenti (economici ma anche di strutture) riservarti al calcio rispetto agli “altri” sport, ma evidentemente preferiscono intascarsi l’assegno e chiudere la partita. Quando parlo di “saper fare la cosa difficile” mi riferisco anche a questo.
    Il “reclutamento” è un tema che mi è caro perchè credo sia la base per un movimento (di qualunque genere). Esercitare male (e qui gli Allenatori operano…) in questa fase spesso produce danni che poi richiedono diversi anni per ritornare “competitivi” (negli recentissimi europei junior maschili disputati a Brno siamo arrivati quinti…ma in Tv siamo sempre quelli della “Generazione di fenomeni”…In Italia, raggiunto l’obiettivo, ci si ferma. Sbagliato! E’ quando si è primi che devi sfruttare il vantaggio e rafforzare il movimento!)

    Ciao!
    Fog-Factor #18
    Allenatore 1G

  2. Focalizzo su due punti:
    Il calciatore guadagna quelle 10/100 volte in più del pallavolista. Anche in serie più basse un calciatore può guadagnare abbastanza per vivere, a pallavolo bisogna andare dalla B1 in su per poter parlare di “stipendio”.
    Punto che ritengo fondamentale: Andrea non hai fatto l’ultimo passaggio. Hai ragione sulle discussioni in tv sui giornali ecc. Ma il passaggio fondamentale è che queste fruttano soldi. I mille programmi tv, i giornali che parlano solo di calcio e tutto il resto. E’ solo una questione di soldi. Se mettessero la moviola sarebbe tutto più facile e sicuro ma poi programmi e giornali di cosa parlerebbero?? La cosa imbarazzante è che a fine campionato 2007/2008 ho letto che qualcosa tipo il 30% e più delle partite sono falsate dagli sbagli arbitrali su gol e rigori. 30% ma vi rendete conto? (non mi ricordo il dato esatto ma era sicuro più del 30). Con il 30 percento la classifica potrebbe ribaltarsi quasi. Robe da matti.

  3. Vedevo durante le olimpiadi il programma “emozioni olimpiche” o qualcosa di simile, il programma dove erano presenti anche De Giorgi, Velasco e altri sportivi di altre discipline, credo che un programma strutturato in quel modo e tenendo fuori il calcio potrebbe essere molto interessante, magari invece che parlare di medaglie e far vedere i servizi olimpici mettere delle sintesi con gli avvenimenti della domenica, in modo che non si parli solo di volley o basket ma anche di rugby o pallanuoto, insomma una trasmissione ampia per cercare di prendere le varie minoranze sportive.

    Un altro discorso invece è quello che riguarda la visibilità, io credo che certe notizie al tg vengano date solo perchè devono vendere il prodotto che hanno comprato per cifre assurde, esempio, i 70 miliardi per i diritti del calcio dell’anno scorso dovevano essere recuperati, gli recuperi con gli ascolti, che permettono di fare vendere pubblicità, allora io durante il tg metto un bel servizio sul calcio così più gente lo vede informata di tutte le news, più la gente lo vede e più io guadagno, io guadagno e continuo a mettere più calcio, ma non solo… gli sponsor delle società di calcio sono tutti i giorni in tv con una grandissimo ritorno di immagine che lascia poco e niente agli altri sport. La mediaset che parli di calcio non mi stupisce… vendono le partite di calcio… dovranno spingere a comprare tesserine! SE notate la mediaset parla molto di moto GP, ma solo perchè loro hanno l’esclusiva, mentre in invece la formula 1 è più pubblicizzata dalla RAI sempre per lo stesso motivo. Questo circolo fa si che si veda solo calcio e che agli altri rimangano solo le briciole.

    Dette tutte qiueste cose scontate, ci stupiamo se poi un bambino si iscrive prima a calcio e poi magari se non gli piace prova da qualche altra parte?
    Io credo che l’unica cosa sarebbe cercare di unire i vari sport sotto un unico contenitore domenicale, per le regole non credo sia un problema. io di fioretto e di sciabola non capisco un picchio ma saltavo come un pazzo quando si accendeva la luce per l’italiano, peccato si vedano solo per le olimpiadi.

  4. Parlo da donna ex sportiva semi-professionista (serie B in prevalenza), laureata in Scienze Motorie (e quindi malata di sport) e allenatore di volley.
    Io credo che dovremmo un pò finirla con questa storia del sentirci discriminati rispetto al calcio. Credo che negli ultimi anni le cose siano un pò cambiate, il discorso economico è sempre davanti a tutto e tutti ma la gente è meno ignorante e più consapevole. Il calcio ha una forte attrattiva per alto numero di praticanti, per storia sportiva qui in Italia, per aver avuto la capacità PRIMA e più di altri sport di diventare protagonista nelle possibilità del panorama nazionale.
    Non condivido il discorso delle difficoltà tecniche più o meno esistenti nello sport: ogni disciplina contiene in sè un numero di abilità così incredibilmente e meravigliosamente varie, una quantità altissima di variabili tattiche e ambientali che ogni volta che guardo alla tv, allo stadio o in un palazzetto penso: Dio mio ma come si fa a farlo così bene, io non arriverei mai a tanto!
    Quello che conta è la capacità di farsi emozionare, e questo ad un vero appassionato (praticante o no) può succedere in ogni momento e per qualsiasi sport..
    e chissenefrega se ci sono più o meno soldi in mezzo!
    A 19 anni giocavo in B e prendevo 2 lire, a 24 facevo panchina in A2 e ne prendevo il triplo e vi assicuro che se mi avessero dato un miliardo non ci avrei sputato sopra nè mi sarei sentita troppo privilegiata, considerando i 9 allenamenti a settimana che mi facevo!
    Quello che conta è l’approccio che hai con la passione che ti suscita quelo che fai, da sportivo o tifoso che sia…

  5. “Io credo che dovremmo un pò finirla con questa storia del sentirci discriminati rispetto al calcio.” Perchè non lo siamo??
    “A 19 anni giocavo in B e prendevo 2 lire, a 24 facevo panchina in A2 e ne prendevo il triplo e vi assicuro che se mi avessero dato un miliardo non ci avrei sputato sopra nè mi sarei sentita troppo privilegiata, considerando i 9 allenamenti a settimana che mi facevo!
    Quello che conta è l’approccio che hai con la passione che ti suscita quelo che fai, da sportivo o tifoso che sia…”
    Eh si in effetti non c’è da sentirsi privilegiati contando che ci osno persone che lavorano 18 ore al giorno e i “miliardi” non li vedono neanche nell’arco della vita…

  6. Credo si sia un po’ perso di vista il tema del mio pezzo. Io non ho parlato del fatto che sia o meno giusto pagare i giocatori e in che quantità e non ho parlato di DISCRIMINAZIONE dello sport.
    Sono solo partito da un dato di fatto: il calcio è un fenomeno planetario. Mi sono poi chiesto cosa renda il calcio così magico, rispetto al basket ed alla pallavolo. Ho preso questi tre perché, a parte le auto e le moto, sono i tre sport più diffusi e popolari penso al mondo.
    La questione economica non è da sottovalutare o vedere come nel mondo delle fiabe: pensate che quest’anno si è fatto fatica per fare la A2 maschile (e Bologna ne sa qualcosa) e nella femminile non so neanche se siano riusciti alla fine a completare l’organico (non sono tanto aggiornato su questo, mi spiace). Il problema c’è, ed è abbastanza evidente…

  7. Caro Nameless, ecco un altro che non ha idea di cosa sia fare sport ad alti livelli.
    Te lo spiego: a meno che tu non sia in serie A e quindi nella lega professionisti, firmi una scrittura privata con la società per cui giochi, e quindi non versi alcun contributo, e quindi niente ferie, niente permessi pagati, niente assicurazione o invalidità se per caso ti rompi (e succede spesso te lo assicuro), a differenza di quello che succede all’operaio che lavora 18 ore al giorno. Le stagioni sportive sono lunghe e spesso massacranti, a volte ti alleni tanto e magari giochi anche poco, se vuoi fare le cose per bene ti devi spostare in tutta Italia e pure all’estero, con il rischio che possano cacciarti da un momento all’altro se al presidente girano le palle o ha finito i soldi, e non hai cassa integrazione come l’operaio che lavora 18 ore al giorno, spesso nemmeno qualcosa che assomigli alla mutua perchè tanti presidenti quando sei infortunato non ti pagano o ti pagano meno della metà, non come succede all’operaio che lavora 18 ore al giorno.
    Ma sai cosa significa fare 9 allenamenti a settimana? Significa che tra un allenamento e l’altro (e sono due al giorno) non hai nemmeno voglia di prepararti da mangiare da quanto stanco sei. Significa che a medio-alti livelli lo sport è un LAVORO e come tale dovrebbe essere riconosciuto. E chi prende i miliardi non deve sentirsi affatto in colpa (se è un serio professionista, ovviamente), perchè quella posizione se la è guadagnata. Ma hai idea di quali storie di sacrifici, strappi familiari, etc., ci possano essere nella carriera di un grande sportivo, specialmente in gioventù? Ti dico che quei soldi se li è guadagnati proprio tutti!
    Per Andrea Asta: hai ragione siamo usciti dal seminato, ma certe cose andavano dette, per esperienza so che chi fa certe affermazioni non ha la minima idea di quello che sta dicendo perchè non ha avuto la fortuna di trovarsi in mezzo…

  8. E quindi faccio una domanda a tutti:
    Ma se voi foste un giocatore di calcio di serie A, con un campionato, una coppa campioni, una supercoppa, una coppa Italia da disputare in una sola stagione, comprese magari le varie chiamate in nazionale, rifiutereste il miliardo che vi offre il vostro presidente? Direste: no grazie, non me lo merito?
    Se voi foste un motociclista da MotoGP, che ha cominciato a 5 anni con i kart con papà che ti scarrozzava la domenica in giro invece che andare alle festicciole di compleanno dei tuoi amici, che a 14 anni già facevi le gare europee e la mamma non la vedevi per mesi, che facevi fatica a finire un anno scolastico normale da quante assenze facevi, che a 16 anni ti eri già fratturato tutte le dita almeno una volta e avevi già 5 chiodi sulla spalla, rifiuteresti il miliardo che ti offre il tuo sponsor? Diresti: no grazie, non me lo merito?

    PENSATECI BENE

  9. Premesso che di operai che si fanno 18 ore al giorno non ne conosco, mentre di liberi professionisti si. Gente che si alza alle 7 di mattina e va avanti fino a mezzanotte o l’una con le due pause pranzo di cui una è un gelatino e l’altra spesso si salta perchè c’è da lavorare. E la famiglia e gli amici pressoche non esistono. Forse io non ho ben presente la vita di un giocatore di serie A, ma tu evidentemente non hai presente questa di vita. Probabilmente entrambi si fanno un mazzo tanto (anche se continuo a pensare che preferirei di gran lunga fare il mio sport preferito e ammazzarmi per quello piuttosto che lavorare in un ufficio), però la differenza è che uno in un anno o due si potrebbe sistemare per la vita con quei miliardini che ci guadagna (e potrebbe aver sistemato anche figli nipoti e quant’altro visti gli stipendi che hanno), l’altro invece deve lavorare così fino alla pensione per sistemare lui e probabilmente i suoi figli e con uno stipendio medio-alto (presupponendo che prenda un buono stipendio viste le ore che si fa) sicuramente non arriva neanche lontamente a vedere cifre del genere.
    Non capisco poi il tuo ultimo commento: cosa c’entra il “no grazie”. Non sto dicendo che i giocatori di serie A sono degli stronzi perchè accettano i soldi. Sto dicendo che sono stipendi esagerati.

  10. Per me invece non lo sono. Giustificano tanti sacrifici. Io adesso faccio anche un lavoro normale e so di cosa parlo, credimi.
    Sei sei uno sportivo di alto livello te lo sei meritato qualche privilegio, se sei un libero professionista di successo te lo sei ben meritato. Se sei un operaio onesto e lavoratore con il tuo stipendio normale vuol dire che è questo che vuoi, quindi devi essere felice di quello che hai, se invece passi il tempo a invidiare e/o crtiticare quelli che sono lassù forse devi farti un esame di coscienza per capire che cosa hai sbagliato tu per non essere là in cima; vale per tutti, anche per me.
    Credo nella meritocrazia, cerco di esercitarla ogni giorno anche nella squadra che alleno, credo che se ti fai il mazzo per raggiungere il tuo obiettivo prima o poi ci arrivi. E se in cima c’è una valanga di soldi, meglio per te!
    Questione di punti di vista.
    Buon lavoro a tutti, sportivi e non!

  11. Per tornare alla discussione di Andrea: io ho praticato tutti e tre gli sport e adesso alleno volley a livello provinciale. La tua domanda me la sono fatta spesso anch’io e la risposta secondo me è che a livello di spettacolo calcio e basket sono più ‘belli’ da vedere. Per una questione di timing più ‘umano’ in primis, si riesce a seguire meglio la palla e l’evolversi del gioco, cioè la strategia con il quale si sviluppa e per l’osservatore non sportivo diventa più capibile.
    Il volley in questo senso diventa troppo veloce. Nel basket in più si vedono certi gesti atletici notevoli mischiati al gioco, nel volley l’entusiasmo cresce nelle azioni combattute con difese spettacolari. Io che ho giocato negli anni ’80, alto 1.82 ero abbastanza nella media, mi ricordo di maggior palle difese rispetto ad adesso e penso sia ora di alzare la rete e allargare il campo. Questo permetterà di vedere una varietà maggiore di gesti tecnico-atletici. Infatti secondo me il volley femminile è apprezzato anche per questo motivo. Rapporta il calcio e il basket al femminile, rispetto al volley e ai loro omologhi maschili; sono inferiori una cifra appunto perchè perdono le loro caratteristiche base che danno spettacolo.
    Sui soldi, in tutti i campi, io uso questo motto: non è questione se li merita, se glieli danno è perchè è stato capace di farseli dare, meriti o meno…

    1. direi che tra tutte le risposte, la tua è quella che mi trova più d’accordo.

      come ha già analizzato Fog-Factor:
      “..F) Tutti sanno tirare un calcio ad un pallone, NON tutti sanno fare un palleggio “accettabile” (Tutti sanno fare le cose facili…le difficili qualcuno in meno…)…”
      e com’è facilmente intuibile, è più semplice appassionarsi ad uno sport fatto di gesti ‘naturali’, che non ad uno sport di cui non si capiscono i gesti.
      tant’è che nel paragone iniziale si son tirati fuori sport come calcio e basket e non come baseball, football/rugby o cricket (di cui gli italiani -me compreso- capiscono poco). eppure, almeno uno di questi ultimi sport, a livello mondiale è stra-giocato..

      perché allora la pallavolo ‘paga’ uno scotto così alto in fatto di iscrizioni maschili?
      secondo me ci sono diversi motivi:

      1- in italia il volley è visto come “sport femminile” e per questo subisce la stessa denigrazione che negli USA subisce il soccer: nessun maschio si sognerebbe di scegliere uno “sport da femmine”
      il volantino di una delle società per cui alleno (provincia di pisa), per cercare di avvicinare i ragazzi alla pallavolo, accanto ad una foto in cui si vede frontalmente Pascual in salto dietro la rete un attimo prima di schiacciare il pallone, recita:
      “sport da femmine? provate a difendere questa palla, che sta per partire a 110km/h e voi siete solamente a 6-7 metri di distanza…”

      2- la FIVB (federazione internazionale), nel cercare di rendere più televisiva la pallavolo (e quindi parlare solo di soldi), la sta di fatto distruggendo!
      questo continuo rincorrere nuove regole, per poi accorgersi di aver sbagliato e quindi, anziché tornare indietro, cercare un’ulteriore regola che mitighi l’errore precedente, mettendo di fatto un nuovo errore a correzione del precedente, sta allontanando ancor più la gente.
      perché?
      perché ha totalmente ragione Fog-Factor:
      “..F) Tutti sanno tirare un calcio ad un pallone, NON tutti sanno fare un palleggio “accettabile” (Tutti sanno fare le cose facili…le difficili qualcuno in meno…)…”
      e se quei pochi maschi che prima si avvicinavano alla pallavolo lo facevano proprio perché attratti dalla sua difficoltà tecnica (una sorta di sfida con se stessi), l’aver abolito il fallo di primo tocco (che poi ha di fatto abolito la fallosità in tutti e tre i tocchi, dato che non si trova più un arbitro in grado di riconoscere una doppia o una trattenuta nemmeno a pagarlo oro) ha reso la Pallavolo davvero uno sport “da femmine”, in quanto non vi esiste più una oggettiva difficoltà tecnica.
      replicherete voi: ma è molto tattica!
      vero, ma fatelo capire a chi non riesce neppure a vederci una difficoltà tecnica!
      c’è solo una verità (pecco di superbia):
      LA PALLAVOLO NON è UNO SPORT TELEVISIVO (a differenza del beachvolley)!
      perché?
      perché nelle inquadrature televisive (laterali rispetto al campo) NON si vede quello che è “il vero gioco della pallavolo”: il gioco dell’alzatore!
      nelle gare 6vs6 trasmesse in TV, non si capisce chi attacca finquando la palla non viene toccata dall’attaccante. questo perché l’immagine bidimensionale schiaccia la prospettiva.
      per poter rendere “televisiva” la pallavolo occorrerebbe mandarla in onda riprendendo la gara da dietro (come il tennis), ma il campo corto e l’altezza della rete e dei giocatori non lo permette!
      perché il beach, allora, è molto televisivo?
      proprio perché nel beach non c’è la necessità di capire a chi l’alzatore sta alzando! quindi è facile seguire l’azione anche se la prospettiva è schiacciata.

      3-non so da voi, ma qui, nei comitati provinciali, ci sono le stesse persone da 30 anni a questa parte.
      mentre per un allenatore gli anni di esperienza fanno curriculum (non sempre, eh), nei posti di comando gli anni ti danno mille occasioni in più per imparare a rubare e/o barare.
      -i primi anni, euforicamente, ti dai da fare per promuovere il tuo sport;
      -poi, col tempo, inizi a renderti conto che se fai una piccola gaff, nessuno se ne accorge e cominci a farle e rifarle finché tutto non sembra far parte della normalità
      -a quel punto parte il menefreghismo/egoismo più assoluto e resti ‘attaccato alla poltrona di comando’ solo per fare i comodacci tuoi e favori agli amici…. tanto nessuno avrà più voglia/interesse a controllarti (..e se ci prova…).
      FIPAV pisa, una sentenza scandalosa che crea un precedente assurdo:
      http://www.youtube.com/watch?v=UkrAMNJWzMo
      vedere il video (a schermo intero) per credere!

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