Fisico, fisico, fisico… e la tecnica?

Una premessa: non credete a quello che scriverò. Cambio idea molto spesso, riguardo a questo argomento. Prendete il mio scritto odierno come un semplice spunto per una discussione.Tutti siamo affascinati da quella strana scienza (inesatta) che è la teoria dell’allenamento. In altre parole, a tutti noi allenatori piacerebbe essere anche preparatori fisici. Ci si chiede: “Come faccio per fare questo? Come faccio a far schiacciare il mio giocatore più forte? Come faccio a farlo andare più ni alto?”. Sono domande che io stesso, per primo, molte volte mi pongo e pongo.

Certe volte, però, mi viene da pensare a quale sia il vero motivo perché il mio giocatore non riesce ad andare così in alto. E’ solo un esempio, per carità. Ha carenze muscolari a livello di quadricipiti? Quando un mio giocatore schiaccia in rete, è colpa del fatto che salta poco? Devo ammettere che, negli ultimi tempi, mi sto rendendo sempre più conto che ci sono carenze tecniche, la cui colpa è attribuita a carenze fisiche. Ma molto spesso non è così.

Ci sono svariati motivi per cui, ad esempio, un giocatore schiaccia a rete:

  • Ha preso male il tempo di rincorsa
  • Ha scelto male il tempo del braccio
  • Ha colpito la palla con il braccio piegato
  • Ha colpito la palla dietro o lontana dal corpo
  • Ha saltato poco

Mentre sui primi motivi è chiaro a tutti che non ci sono carenze fisiche, è invece più logico pensarlo per il motivo della scarsa elevazione. Ma andiamo a fare un’analisi più profonda anche in questo caso; quali sono i motivi per cui un giocatore salta poco?

  • Carenza fisica
  • Rincorsa corta
  • Rincorsa poco esplosiva (causata spesso da errata scelta del tempo di partenza)
  • Tecnica di rincorsa errata (al contrario, caricamento eccessivo o ridotto delle gambe)
  • Salto troppo orizzontale

Come si evince, anche una volta che abbiamo appurato che il problema sia l’elevazione, abbiamo ancora una seconda analisi, ben più dettagliata e complessa, da effettuare! Il problema fisico, ossia dove dovrà poi subentrare la preparazione atletica (il preparatore atletico) è solo uno dei tanti possibili. Anzi, da quel che ho constatato, è normalmente uno dei minori.

L’esempio che ho evidenziato è solo uno dei tanti possibili. Forse il più blasonato. Ma potremmo dire lo stesso per la potenza di attacco o per la spinta dei palleggiatori (anche se penso che questo sia più un problema riservato alle femminili). Un’analisi video di una seduta di allenamento potrebbe permetterci di evidenziare alcune lacune che, magari, durante la seduta non è possibile cogliere.

Credo che l’individuazione della vera causa di un problema, con il conseguente aumento della probabilità di risoluzione, sia uno dei punti cruciali del nostro compito di allenatore. Senza dover necessariamente scomodare il preparatore.

Revisionato il 17/05/2012

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9 commenti su “Fisico, fisico, fisico… e la tecnica?”

  1. Vorrei sapere voi allenatori dove e con quali modalità inserite la pliometria nella preparazione fisica iniziale con i vostri atleti^

  2. Io l’anno scorso ho fatto POCHISSIMO e all’incirca alla quinta-sesta settimana. Principalmente qualche discessa da una panchetta molto bassa e a seguire salto e attacco. Una decina di ripetizioni a testa e l’esercizio svolto più o meno una volta ogni 10 giorni, ma veramente, l’avrò fatto sì e no 2-3 volte.

  3. La questione della preparazione fisica è uno dei tasti più dolenti che noi allenatori dobbiamo affrontare.
    Personalmente, pur scontrandomi con dirigenti e atleti stessi, ritengo che, a bassi livelli ( e siamo la maggggioranza ), non ci dobbiamo preparare ad una maratona.
    La pallavolo è uno sport aerobico/anaerobico, e quella moderna con l’introduzione del RPS lo è ancora di più. Quindi prediligo un lavoro improntato alla velocità dei movimenti, fatto di scatti, percorsi con birilli, esercizi propriocettivi, tanto stretching ( per la gioia degli atleti ).
    E’ vero che il potenziamento muscolare è importante, ma nella maggioranza dei casi con 2 o 3 sedute la settimana di allenamento questo tipo di lavoro non può essere fatto.
    Come dice Andrea poi, perchè insistere su un lavoro di potenziamento, quando il nostro atleta non esegue bene un fondamentale?
    Cerchiamo di “inventarci” una serie di esercizi anche con la palla, che ci permettano di allenare le qualità che più ci servono:
    La velocità e il gesto tecnico. Il resto lasciamolo a chi di dovere ( il preparatore atletico ) se presente e andiamo avanti per la nostra strada.
    Saluti

  4. scusate se interveno, sono stimolato da questa cosa perchè è per me da sempre una carenza importante. Per anni mi son auto-scusato adducendo al fatto che è più importante la tecnica e che la parte atletica si fa con ripetizioni dei gesti (rincorsa schiacciata, spostamenti a muro, scatti) abbinandoci invece sempre esercizi per la velocità (speed-ladder ecc.) o al limite qualche gradone della palestra ma usato all’interno di esrcizi per il palleggio.
    Adesso dopo qualche anno, ritorno al settore giovanile (U13 femminile) e ho scoperto da tecnici qualificati Fipav che la parte fisica è determinante perchè serve per prevenzione e per migliorare l’uso di muscoli specifici.

    per esempio solo sul gesto del mulinello per il braccio nell’esecuzione delal schiacciata, a livello giovanile ci si deve rapportare con il mancato sviluppo della spalla, dei rotaori, la mancata stabilità delal scapola ecc. Esercizi con carico minimo (elastici, corpo libero, isometria, tenuta) servono proprio a migliorare la tecnica.

    Cosa ne pensate?

  5. Ho inserito la “parte fisica” in maniera costante, in tutti gli allenamenti. Dedichiamo a questa fase circa mezz’ora o poco meno in ogni allenamento. Alleno un gruppo di maschietti dall’anno scorso, quest’anno partecipiamo all’U14. Ci alleniamo 4 volte la settimana. Anche nel pre-partita curiamo molto la parte fisica. In particolare tutti gli esercizi di core stability, addominali ed affondi in tutte le direzioni, avanti, dietro e laterali. Ho notato un incredibile miglioramento nel rendimento, nell’equilibrio in senso generale e dell’equilibrio in volo, oltre ad una ottima “verticalità” del capo. la tecnica di bagher, anche in ceduta è molto buona per il livello, così come la velocità del braccio o la tenuta delle braccia nell’azione di muro. Ho anche eliminato completamente lo stretching nella fase iniziale, lo facciamo a fine seduta e a qualche ragazzo, in accordo con i genitori ho dato “i compiti a casa” ( esercizi di stretching dedicati o compensativi).

  6. …… ma nessuno utilizza e sfrutta i principi della frequenza cardiaca per la preparazione fisica??? la pallavolo ha repentine variazioni di frequenza…si paasa da uno sforzo elevato a dover recuperare in pochi secondi… a cosa serve fare maratone o potenziare muscoli se poi non si è in grado di reggere la quantità di ossigeno necessaria a fineire una partita???

    io opterei per uso di cardiofrequenzimetri e passaggi da frequenza in anaerobico ad aerobico a piccoli intervalli..poi uno li inserisce nel proprio allenamento come meglio crede…

    per chi fosse interessato sto aprendo un blog… se vi va passate e contribuite….

    saluti

  7. Ciao ho 2 domande, la prima è strettamente legata alla preparazione e a quelllo che scrive Pascucci in precedenza e cioè: Io faccio fare solo mobilità nel riscaldamento, al max stretching balistico o dinamico e a fine allenamento dedico 10/15 min. per lo stretch statico, voi come fate?

    la seconda domanda è sul bagher di ricezione laterale qual’è il piede che va’ dietro?

    grazie e buon campionato

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