Scegliere se saltare a muro

Salto o non salto?Quando si parla di muro, si discute quasi sempre di tempo di salto, piano di rimbalzo e tante altre questioni tecniche, indubbiamente importantissime. Un altro aspetto altrettanto determinante è quello dell’analisi delle situazioni. In particolare, credo che una delle principali questioni da analizzare sia quella dello scegliere se saltare.

Nella progressione del muro, questo problema deve essere introdotto il prima possibile, poiché il numero di situazioni in cui questa scelta è determinante è tanto maggiore quanto più il livello di gioco è basso.

Anche a livelli medio-alti, in ogni caso, esistono diverse situazioni in cui è più conveniente non esporre le proprie mani all’attaccante avversario, ma concentrarsi invece sulla fase difensiva.

La gestione di questa situazione di gioco – chiamata “No Block” o “Via da rete” – richiede una serie di passaggi determinanti e che richiedono molto tempo in palestra per essere appresi e automatizzati:

  1. Analisi e riconoscimento delle situazioni;
  2. Regole di responsabilità;
  3. Applicazione degli adattamenti.

Analisi e riconoscimento delle situazioni

La prima difficoltà degli atleti è quella di riconoscere le situazioni di gioco. Naturalmente, quanto più siamo abili ad analizzare il gioco, tanto più il nostro sistema strategico-tattico potrà funzionare bene.

Nell’osservazione dell’attacco avversario, sono da distinguere due situazioni differenti:

  • Free ball concessa;
  • No Block.

La distinzione è molto importante soprattutto quando il proprio alzatore si trova in seconda linea: nel primo caso, infatti, sarà proprio lui a sollevare l’eccezione con la chiamata “Entro!“, togliendo di fatto un giocatore (se stesso) da quelli disponibili per il primo tocco di squadra. Nel secondo caso, invece, pur non essendoci un muro, l’alzatore deve restare fermo in difesa e occuparsi prioritariamente del primo tocco.

Specie con atleti giovani, in fase di evoluzione del gioco, è bene determinare una serie di criteri (il più possibile semplici e oggettivi) per distinguere queste due importanti situazioni di gioco. Ad esempio:

  • Free ball concessa: l’avversario manda la palla nel nostro campo piedi a terra;
  • No Block: l’avversario salta (anche senza rincorsa) per mandare la palla nel proprio campo.

Man mano che il livello di qualificazione cresce, un numero sempre maggiore di situazioni potranno essere spostate verso la free ball concessa. Allo stesso modo, con atleti più piccoli anche una semplice piazzata piedi a terra potrebbe richiedere anche la presenza dell’alzatore in difesa.

Una volta chiarita questa differenza, è anche importante fornire una serie di criteri di scelta per rispondere alla domanda “Quando conviene giocare senza il muro?“. Anche in questo caso, è possibile definire una serie di casistiche che possano aiutare i giocatori in questo compito. Ad esempio, possiamo stabilire di chiamare il “Via da rete” in questi casi:

  • Alzata rapida (Super, Quick) sulle bande che si stacca molto da rete (l’attaccante spesso si trovare a dover attaccare senza rincorsa);
  • Alzata che rimane molto bassa;
  • Ogni alzata staccata da rete almeno 2 metri (con attacco da prima linea);
  • Alzata rapida (Super, Quick) molto lunga.

Inoltre, si possono definire regole anche per l’obbligatorietà del muro, andando così a limitare le situazioni di indecisioni “dall’altro lato”. Ad esempio, il muro è obbligatorio in questi casi:

  • Palla a filo rete, anche se di poco sopra il livello della rete;
  • Palla alta vicino a rete ma un po’ lunga.

In questo modo, alcune situazioni vengono risolte in maniera più semplice. Per altre, ovviamente, rimane una certa indecisione che deve essere gestita caso per caso: solo l’abilità dei giocatori nell’osservare e decidere in funzione della propria squadra può fare la differenza in questi casi. Ovviamente, l’esperienza e la maturità di gioco degli atleti qui diventa determinante.

Situazioni di muro e non muro

Come aiutare i giocatori nella scelta delle situazioni intermedie? Personalmente, credo che i giocatori debbano essere stimolati a “prendersi responsabilità“. Di conseguenza, il mio parere è che, soprattutto all’inizio e nelle esercitazioni specifiche per questa situazione, sia meglio chiamare il “Via da rete” una volta in più, piuttosto che una volta in meno.

Regole di responsabilità

La scelta di chi debba sollevare l’eccezione “Via da rete” è uno dei problemi più classici della pallavolo. Le ipotesi più frequenti sono due:

  • Chiamata del centrale, per questi motivi:
    • Il suo compito principale è spesso considerato il fondamentale di muro, e come tale egli dovrebbe essere quello più epserto e abile nella lettura delle situazioni che lo coinvolgono;
    • Se il centrale è partito a grande velocità per il raddoppio del muro, fatica a fermarsi su chiamata di un altro giocatore;
    • Essendo vicino a rete, ha la visuale libera e da più vicino, per poter valutare meglio la profondità e quindi la situazione.
  • Chiamata del difensore di posto 6, per questi motivi:
    • E’ quello interessato dal più cospicuo adattamento difensivo (se c’è il muro chiuso, deve stare molto lungo, senza muro deve avanzare anche 2 metri abbondanti);
    • E’ il giocatore più arretrato della squadra e, come tale, ha la visione più completa della situazione di gioco nel suo complesso.

Credo che ogni squadra (o ogni allenatore) possa trovare il proprio equilibrio, ma la responsabilità deve essere chiara e, in ogni caso, una volta definito chi deve effettuare la chiamata, gli altri devono attenersi all’ordine del proprio compagno. La situazione peggiore è quando il sistema muro-difesa è “casuale”, con un giocatore che mura e uno no, con un difensore che avanza e l’altro no e così via.

Applicazione degli adattamenti

La chiamata di “No Block” deve essere seguita da una serie di adattamenti fondamentali per semplificare la manovra difensiva. No muro

In caso di chiamata, la linea difensiva deve avanzare fino ai 6-6.5 metri ed essere pronta ad intervenire su palloni abbastanza ficcanti: quanto più la situazione è scomoda per l’attaccante, tanto più la linea deve avanzare (ed essere pronta ad intervenire anche in palleggio).

La prima linea si deve invece occupare non di preparare anticipatamente le rincorse per l’attacco, bensì di recuperare i pallonetti dentro ai 3 metri e e palloni che colpiscono il net e cadono corti.

Alcune note importanti:

  • I giocatori di prima linea devono restare dentro al campo, per aiutare sul primo tocco;
  • I giocatori di prima linea devono restare dentro ai 3 metri e intervenire solo sui palloni davanti ai loro piedi o lenti sul proprio palleggio, per non disturbare la seconda linea;
  • La seconda linea deve avanzare in modo uniforme: in particolare, non ci si deve trovare con uno dei difensori diagonali che taglia fuori il difensore di posto 6, o viceversa;
  • L’alzatore, ovunque si trovi, deve essere parte attiva del primo tocco.

Riguardo al secondo tocco di ricostruzione, sarà importante molta comunicazione da parte dell’alzatore. In particolare:

  • L’alzatore è il responsabile del secondo tocco, nel senso che o alza lui direttamente, oppure deve delegare a voce alta ad un compagno;
  • Nel caso di primo tocco effettuato dall’alzatore, è possibile coinvolgere il libero o il centrale di prima linea.

Conclusioni

Questo breve articolo è solo un semplice riassunto di un aspetto tattico molto importante nella pallavolo. La gestione di queste situazioni può facilitare la ricostruzione di molti palloni in un set, andando a determinarne così l’esito finale.

Come tutte le situazioni tattiche, l’allenamento sarà prevalentemente di tipo globale, con azioni che partono da lanci degli allenatori per un attaccante (un solo tocco per mandare la palla nell’altro campo) o simili.

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