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Considerazioni sull’allenamento Under14 Maschile (totale)

Come conclusione della mia prima annata alla guida di un gruppo Under14 maschile, ho pensato di raccogliere tutto il materiale prodotto (e quello che stavo scrivendo per i precedenti articoli), in un unico grande documento, che porto oggi in forma di documento PDF pronto per essere scaricato.

Introduzione

Raccogliere tutto il materiale accumulato durante l’anno sportivo, riassumere idee, pensieri, congetture, risultati. Questo è stato lo spirito con cui ho iniziato, negli ultimi mesi, a costruire e realizzare il documento che state leggendo.
In una prima fase, spinto anche dall’entusiasmo del progetto, ho pensato di realizzare un vero e proprio documento testuale, una specie di libro, per intenderci. Ho ben presto abbandonato questa idea, per almeno due motivi: il primo, puramente egoistico, è che scrivere un documento testuale richiede un tempo davvero oneroso, che non avrei potuto (né voluto) garantire; in seconda analisi, inoltre, mi sono reso conto che non stavo ragionando sui veri obiettivi di questo lavoro.
A cosa dovrebbe servire, del resto, questa raccolta? Presumibilmente, a riassumere in maniera il più possibile sintetica e chiara una serie di concetti, metodologie, esercizi, in modo che possano essere riutilizzate, prima di tutto da me, nel futuro. Quale formato migliore, dunque, se non una serie di diapositive, proprio come se fosse una serie di appunti scritti “per punti”? Alla fine, mi sono convinto che fosse il modo migliore. Una serie di argomenti, trattati in maniera il più possibile sintetica, con alcuni focus sugli argomenti che ritengo più importanti o meno scontati (ovvero più dipendenti dalla singola metodologia di lavoro).
Una seconda domanda, altrettanto importante, a cui rispondere, è:
perché mai pubblicare questa cosa sul web? Del resto, chi può essere interessato al materiale di un qualsiasi allenatore? Semplicemente, a questa domanda, ho risposto con una nuova domanda: perché non dovrei pubblicarlo?
Entrando nei dettagli più tecnici, il documento tratta di tutta la fase di programmazione e realizzazione di una stagione con una squadra Under14 maschile di medio/basso livello, con particolare riferimento alla squadra da me allenata nella stagione 2010/2011, presso la società sportiva Modena Est.
Di seguito una rapida panoramica degli argomenti trattati.

  1. Introduzione al livello e alla problematica di ricerca del talento, con riferimento agli standard nazionali;
  2. Problematiche relative alla gestione del gruppo, al ruolo dell’allenatore, al concetto di leadership e alle politiche principali di gestione del gioco;
  3. Regole di squadra e regolamenti per eventuali momenti di collegiale;
  4. Metodologia: gestione allenamenti e partite;
  5. Programmazione: annuale, dei macrocicli, settimanale, delle singole sedute;
  6. Presentazione dei principali obiettivi della categoria: obiettivi tecnici in progressione e modelli tecnici adottati, rilevazione e correzione degli errori, sistema di gioco e sua evoluzione, analisi degli avversari, obiettivi fisici;
  7. Cenni sulla problematica della rilevazione statistica;
  8. Eserciziario, contenente una serie di esercizi e protocolli sperimentati e adottati da me durante la stagione.

Al termine del documento, una serie di allegati, principalmente modelli vuoti ed estratti di programmazione completa.

Per forza di cose, questo elaborato non potrà essere di alta qualità, non potrà essere completo, non potrà essere esaustivo: semplicemente, sarà qualcosa. Ci sarà qualcosa da condividere e qualcosa da criticare, ci saranno cose che magari io stesso tra qualche anno non condividerò più, qualcosa da provare e qualcosa da sconsigliare. Ci sarà qualcosa di inaspettato e qualcosa che invece mancherà. In ogni caso, qualcosa ci sarà. Spero che questo possa essere, come sempre, un punto di partenza per una più vasta discussione che possa permettere a tutti, me per primo, un proficuo miglioramento.

Grazie a chiunque avrà la voglia di dare una lettura e lasciare qualche parere o consiglio.

Con questo, auguro a tutti una splendida estate.

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Sommario

INTRODUZIONE

  • Tipologia di attività
  • La ricerca del talento

GESTIONE DEL GRUPPO

  • Il ruolo dell’allenatore
  • L’integrazione dei singoli
  • Il concetto di squadra
  • La leadership, il capitano e la sua elezione
  • La doccia
  • Politiche di turnover
  • Politiche titolari e riserve
  • Rapporto con i genitori
  • Rapporto con in dirigenti

REGOLE E REGOLAMENTI

  • Scopi
  • Regole di squadra
  • Foglio presenze e rendimenti
  • Regole di collegiale

METODOLOGIA

  • Principi
  • Scala di priorità
  • Gestione gara
  • Il Time Out
  • Foglio gestione gara
  • Responsabilizzare gli atleti
  • Creazione e gestione allenamenti
  • Il lavoro a stazioni
  • Codice colori

PROGRAMMAZIONE

  • Tipi di programmazione
  • Macrocicli di lavoro svolti
  • Programmazione annuale
  • Programmazione macrocicli
  • Programmazione settimanale

OBIETTIVI TECNICI

  • Percorso tecnico
  • Obiettivi prioritari
  • Lo sviluppo del palleggio
  • Lo sviluppo del bagher
  • Lo sviluppo dell’attacco
  • Lo sviluppo difensivo e acrobatico
  • La costruzione della battuta
  • Lo sviluppo del muro
  • Lo sviluppo della copertura
  • Percorso tattico
  • Didattica e progressione del palleggio e degli alzatori
  • Didattica del bagher e della ricezione
  • Didattica dell’attacco
  • Didattica della battuta
  • Didattica del muro
  • Didattica della difesa e dell’acrobatica

ERRORI COMUNI

  • Definizione di errore
  • Definizione di modello di riferimento
  • Descrizione del modello
  • Correzione di errori tecnici
  • Errori comuni nel palleggio, nel bagher e nell’attacco
  • Strategia STAR
  • L’errore grave

MODELLI TECNICI

  • Palleggio d’appoggio
  • Palleggio d’alzata
  • Palleggio d’alzata rovesciato
  • L’alzatore
  • Bagher frontale
  • Bagher obliquo
  • Bagher laterale
  • Tecnica di spostamento
  • Rincorsa d’attacco
  • Braccio d’attacco
  • Attacco di secondo tempo
  • Battuta float
  • Muro sul posto
  • Muro dopo traslocazione
  • Difesa

SISTEMA DI GIOCO

  • Possibili sistemi di gioco CP
  • Possibili sistemi di gioco BP
  •  Flusso di gioco e teoria delle eccezioni
  • Cronologia CP e BP
  • Sistema 4-2
  • Sistema 6-3
  • Sistema 6-2
  • Scelta del sistema
  • Adattamento sulla zona di servizio
  • Adattamento sul tipo di servizio
  • Valutazione della traiettoria
  • Muro – difesa rosso e verde
  • Ricostruzione
  • Copertura
  • Eccezioni
  • Gestione attacco
  • Gestione battuta
  • Filosofia
  • Individuazione dei ruoli

ANALISI AVVERSARI

  • Considerazioni
  • Cosa presentare alla squadra

OBIETTIVI FISICI

  • Studio della crescita
  • Fasi sensibili
  • Priorità
  • Forza
  • Velocità
  • Coordinazione
  • Prevenzione
  • Resistenza
  • Esempi

ANALISI STATISTICA

  • Analisi dei punti
  • Analisi situazioni

ESERCIZIARIO

  • Struttura tipica di una seduta
  • Prima parte di riscaldamento
  • Riscaldamento fisico
  • Riscaldamento fisico-tecnico
  • Esercizi per il palleggio
  • Esercici per il bagher
  • Esercizi per l’attacco

RISCALDAMENTO FISICO-TECNICO

  • Circuito alzate
  • Triangolazioni
  • Ball control
  • Uno contro uno
  • Crescente CP

PROTOCOLLI

  • Esempi di protocolli
  • Protocolli per il tocco di palla in palleggio e l’alzata
  • Protocolli per l’appoggio in bagher e palleggio
  • Protocolli individuali e collettivi per l’attacco

ESERCITAZIONI PER BATTUTA E RICEZIONE

  • Didattica della battuta
  • Routine di spostamento
  • Esercitazioni ad alto controllo per il bagher
  • Appoggio dopo spostamento
  • Ricezione a due su battuta dai tavoli
  • Battuta in salto e ricezione

ESERCIZI MURO E DIFESA

  • Progressione difensiva
  • Bombardamenti sulle diagonali
  • Progressione muro

ESERCITAZIONI GLOBALI

  • 6 vs 6 pallette
  • 6 vs 6 palle dirette
  • 6 vs 6 sfide singole e di squadra
  • Altri giochi 6 vs 6

ALLEGATI

  1. Articolo introduttivo: programmazione dell’annata
  2. Dispense tecniche consegnate agli atleti
  3. Programmazione annuale completa
  4. Progressioni tecniche
  5. Programmazione macrociclo (modello vuoto)
  6. Programmazione settimanale (modelli vuoti)
  7. Modulistica per gli allenamenti
  8. Modulistica per le partite
  9. Modulistica rilevazione e studio statistico
  10. Regole di collegiale e raccolta numeri
  11. Attività estiva

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Considerazioni sull’allenamento Under14 Maschile, parte 2: Programmazione e pianificazione degli obiettivi principali

In questo secondo articolo parlerò della programmazione e pianificazione dei contenuti tecnici. Ho già pubblicato, ad inizio stagione, un articolo con gli obiettivi tecnici in successione (link all’articolo), ma in questo vorrei parlare più specificatamente dell’argomento riferito alla mia squadra, con alcune proposte di obiettivi da inserire in U13 e altri da rimandare all’U16. Naturalmente, come già detto, questo articolo è frutto di considerazioni e priorità assolutamente personali.

[important]Per un documento completo di fine stagione sulla programmazione U14, si rimanda all’apposito articolo completo.[/important]

Programmazioni

Il primo passo dell’organizzazione è la stesura della programmazione annuale, che sarà il primo argomento affrontato nell’articolo. Tralascio il discorso della programmazione pluriennale, perché non mi ha riguardato direttamente quest’anno.

Una programmazione tecnica deve avere, a mio avviso, almeno tre componenti: la programmazione dei contenuti, dei tempi e delle pre-condizioni.

La programmazione dei contenuti è quella in cui decidiamo, in maniera più o meno legata al livello della squadra, quali tipologie di “argomenti tecnici” (utilizzando questa espressione, facciamo ovviamente riferimento anche a contenuti strategici, tattici, fisici, psicologici) andremo ad affrontare nel corso dell’intera stagione. Risponde alla domanda: “Che cosa voglio far fare ai miei atleti?

La programmazione dei tempi è quella in cui stabiliamo, indicativamente, in quali periodi della stagione andare ad inserire nuovi contenuti tecnici. Risponde alla domanda: “Quando iniziare con questo argomento tecnico?“. Personalmente, di questa programmazione mi son fatto ben poco, perché le esigenze sono state ben diverse: all’inizio dei campionati, a metà ottobre, ho avuto settimane con un solo allenamento e due gare, o due allenamenti e una gara; questo, di fatto, ha reso impossibile di fatto fare considerazioni “attendibili” di una  tempistica sensata.

La programmazione delle pre-condizioni è per me la più importante ed è quella che contestualizza il “principio di progressività” di tutti i manuali di teoria dell’allenamento. Per ogni argomento tecnico che andremo a proporre, indica quali altri argomenti tecnici devono essere già stati introdotti o addirittura assodati. Naturalmente, non parlando di una scienza esatta, il soddisfacimento di una pre-condizione è tante volte una stima totalmente soggettiva. Risponde alla domanda: “Cosa devo aver già fatto per proporre questo nuovo contenuto X?

Metodologia adottata

Come metodologia, ho deciso di applicare una programmazione a tappe per tutti i contenuti di tipo tecnico – tattico.  In altre parole, ho eliminato la dipendenza dai tempi, troppo variabili in base al calendario agonistico, stabilendo una serie di percorsi tecnici (già discussi nel precedente articolo), in cui solo una valutazione soggettiva può essere di aiuto per stabilire quando fare passi avanti nel programma.

Obiettivi fondamentali

Credo che in Under14 maschile siano da perseguire almeno 3 obiettivi fondamentali:

  • Costruzione del tocco di palla in palleggio
  • Costruzione del piano di rimbalzo in bagher
  • Generazione di traiettorie a rotazione

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Questione di piedi

L’importanza dei piedi nella pallavolo deve essere considerata partendo dal presupposto che a pallavolo si gioca con le braccia, ma che “il corpo e quindi le braccia vanno dove vanno i piedi“. In questo articolo ho intenzione di scrivere qualche appunto relativo all’importanza dei piedi nei diversi fondamentali e gesti tecnici della pallavolo.

Un primo contributo dato dai piedi è dato dall’orientazione indotta sul busto. Se orientiamo i piedi verso una direzione, otteniamo, mantenendo una posizione naturale, un direzionamento del busto verso la direzione puntata dai piedi. Questo è un ottimo aiuto, ad esempio, per orientare una battuta da terra verso una determinata zona del campo. La prima cosa che insegno ai bambini, per direzionare una battuta verso una parte del campo, personalmente, è quella di orientare il piede avanti (e quindi quello dietro, e quindi il busto) proprio lungo la direzione desiderata e di lavorare in seguito sul lavoro frontale del braccio. In questo modo riusciamo a direzionare la palla dove desideriamo senza ricorrere a particolari varianti tecniche.

La rapidità dei piedi è un argomento molto interessante dal punto di vista della preparazione fisica (si vedano i vari lavori presenti sul web), che ha grosse ripercussioni tecniche su gesti quali gli spostamenti a muro, in ricezione ed in difesa. Ogni spostamento per i fondamentali di ricezione, alzata e difesa deve essere eseguito a passi rapidi, brevi e precisi (salvo spostamenti molto lunghi), al fine di arrivare sotto il pallone in condizioni di equilibrio e staticità.

Sugli spostamenti a muro, invece, il controllo del piede è necessario per una corretta orientazione rispetto alla rete. Si pensi ad esempio al classico passo di apertura e incrocio: il primo passo, con il piede esterno, deve essere fatto con il piede lungo la linea del corpo e parallelo alla rete, in modo da scorrere parallelamente alla rete con tutto il busto; in caso di piedi più lontani e divergenti (risp. convergenti), si rischia di creare percorsi che si allontanano (risp. avvicinano) alla rete, creando pericoli di palla che si insacca tra le mani del muro (risp. invasioni). Al termine dello spostamento, è importante (ma non sempre possibile per motivi di tempo) che i piedi siano orientati verso il centro del campo avversario (quanto meno perpendicolari a rete), per favorire un salto con orientazione del busto (e quindi del piano di rimbalzo) nella direzione corretta ed evitare quindi il mani-out.

Dal punto di vista statico, la posizione dei piedi ha una notevole rilevanza per quel che riguarda l’equilibrio del corpo. I piedi sono uno dei primi indici per una corretta postura di preparazione ad un fondamentale. In linea generale, i piedi devono essere paralleli e leggermente sfalsati (in modo da creare posizioni facilmente abbandonabili per eventuali spostamenti) e la loro distanza laterale dipende essenzialmente dal tipo di fondamentale. Va sottolineato come un eccesso di apertura laterale o di sfalsamento possano compromettere anche considerevolmente l’equilibrio frontale e/o laterale (si provi a resistere ad una spinta laterale, partendo con i piedi molto stretti e particolarmente sfalsati).

I piedi hanno un ruolo importante anche nello spostamento del peso del corpo. Avendo i piedi sfalsati, aver spostato il peso del corpo su uno dei due fronti (avanti o indietro) è verificabile sollevando il piede non interessato (se ho il peso in avanti, posso tranquillamente sollevare da terra il piede dietro). Questo fattore è molto importante, specialmente con i più giovani o con le ragazze, dove lo spostamento del peso del corpo da dietro ad avanti è uno dei punti più imporanti per imprimere sufficiente forza alla palla (ad esempio in battuta).

Lo sfasamento frontale dei piedi, oltre al compito di rendere le posizioni più facilmente abbandonabili (sebbene questo non sia l’unico requisito), ha anche il compito di facilitare l’orientazione indotta sul busto. Avanzare un piede porta come conseguenza, infatti, l’orientazione delle spalle verso la direzione opposta (se avanzo il piede sinistro, creo naturalmente un’orientazione verso destra).

Analizziamo alcuni casi:

Piedi ricezione In ricezione (servizi flottanti) i piedi saranno poco più larghi delle spalle (e gli angoli al ginocchio e alla caviglia abbastanza aperti) per favorire uno spostamento in tutte le direzioni. Inoltre il piede più avanti sarà, di norma, quello esterno, per garantire un’orientazione del busto verso l’interno, oppure quello interno, nel caso si decida di utilizzare un bagher laterale dall’esterno all’interno.
Piedi difesa In difesa i piedi saranno più larghi delle spalle (con angolo tibio-tarsico piuttosto chiuso), per favorire una posizione che riesca a contenere la forza del pallone, recuperi in tutte le direzioni e anche uscite in avanti e laterale – avanti.
Piedi muro lettura Nel muro in lettura, i piedi sono poco più aperti delle spalle (e le gambe già cariche) per favorire salti più rapidi (anche se mediamente meno alti) e uscite laterali molto tempestive.
Piedi nel muro ad opzione Nel muro esterno e ad opzione, i piedi sono larghi quanto le spalle, per favorire il salto verticale.
Palleggio verso zona 4 Nella versione più basilare del palleggio d’alzata avanti, i piedi, larghi come le spalle o poco più (per garantire equilibrio), sono direzionati verso la zona obiettivo (ad esempio, la zona 4) e sfalsati, con il piede destro (risp. sinistro) avanzato per le alzate verso zona 4 (risp. verso zona 2). In questo modo garantiamo la frontalità verso la zona obiettivo (e quindi richiediamo una spinta di polsi e braccia dentro la linea del proprio corpo) e, grazie all’avanzamento di un piede, proteggiamo il corpo verso il nostro campo, rendendo più improbabile un’alzata diretta verso l’altro campo. Logicamente, all’aumentare della distanza da rete, cambia il piede avanti, per gli stessi motivi di orientamento già descritti. Ad esempio, per alzare in zona 4 una palla fuori dai tre metri, anteporremo il piede sinistro e non il destro come nel caso di una palla vicina alla rete.

Prendiamo ora in esame la posizione dei piedi in fase di attacco, sia da terra che prima di un salto. Nel caso di una piazzata da terra, i piedi sono paralleli, direzionati verso la zona obiettivo (se si intende tirare con il braccio dritto) e con il piede opposto a quello che colpisce avanti all’altro. In questo modo si facilita un’apertura verso l’esterno del busto, necessaria per caricare la spalla e imprimere forza al pallone. Si provi ad effettuare il gesto tecnico con i piedi invertiti, ci si troverà sicuramente in difficoltà meccaniche.

Nel caso dell’attacco in salto, i piedi assumono duplice importanza, sia dinamica che statica per la preparazione alla fase aerea. Nella prima fase della rincorsa, assistiamo ad una rullata tallone – punta del passo sinistro (nel caso di rincorsa per destrimani a tre passi: sinistro + destro-sinistro), che ha come scopo l’individuazione del giusto tempo di rincorsa e l’avvicinamento alla palla. Il piede sinistro appoggia con il ginocchio leggermente flesso, in direzione della palla. A questo punto, la rullata verso la punta del piede aiuta a creare una forza esplosiva (garantito dal progressivo sbilanciamento del corpo in avanti), ma permette, d’altro canto, di aspettare tutto il tempo desiderato (cosa ben più difficile se si poggia il piede con il ginocchio disteso o appoggiando direttamente la pianta o la punta del piede) prima dell’esplosione del doppio passo finale.

Passo finale Il passo finale, infine, ha il compito di creare i presupposti per un buon colpo aereo (come già visto per l’attacco piedi a terra, la possibilità di aprire completamente il busto e garantire quindi tutti i colpi), ma anche l’importantissima funzione di convertire una forza orizzontale (la rincorsa) in quasi-verticale (il salto). Per questo motivo risulta molto efficace avere i piedi abbastanza vicini, leggermente più stretti delle spalle e con il piede esterno decisamente convergente verso la rete (questo aiuta a frenare la rincorsa e favorire la verticalità del salto).

I piedi sono indicatori della distanza da rete e, come diretta conseguenza, della capacità di scelta di tempo della rincorsa e di valutazione della traiettoria. Nel caso di un’alzata di terzo-secondo tempo, i piedi hanno il compito di portarci leggermente dietro al pallone, in modo che questo si trovi all’altezza della spalla che colpisce, leggermente davanti al busto (non sopra). Se invece ci si ritrova esattamente sotto al pallone, molto probabilmente siamo di fronte a problemi di scelta del tempo (in particolare, partenza in anticipo); se ci si trova distanti da esso, il problema potrebbe essere causato da una scarsa capacità di analisi della traiettoria. Nel caso di un’alzata di primo tempo, i piedi devono portarci ad una distanza da rete tale da consentirci di scegliere il giusto colpo e di poter colpire la palla davanti scaricando poi il braccio avanti a noi: stacchi troppo vicini a rete compromettono le direzioni d’attacco e sono tipici in fase di apprendimento del gioco rapido, ma anche in fasi più avanzate, specie con i primi tempi più lontani dall’alzatore.

I piedi sono infine un altro grande indicatore di correttezza tecnica, compostezza aerea e prevenzione agli infortuni nell’analisi delle discese dai fondamentali aerei. In particolare, ci sono due aspetti da considerare:

  • Il punto di atterraggio rispetto al punto di stacco
  • Il numero di piedi con cui si atterra

Il punto di atterraggio è riferito all’analisi di eventuali voli aerei (meglio noti come fly), particolarmente pericolosi a muro (sia per i rischi di infortuni che di mani – out), e invece particolarmente desiderati nei fondamentali di attacco da seconda linea e battuta in salto a rotazione (per creare traiettorie più favorevoli alla propria squadra e per scaricare il peso del corpo sul pallone). Nel caso di un fly frontale a muro, questo potrebbe essere indicatore di scarsa mobilità di caviglia, oppure di un caricamento effettuato chiudendo eccessivamente l’angolo al ginocchio (l’angolo da chiudere a muro è il tibio-tarsico). Un leggero fly frontale in attacco da prima linea è normale e accettabile, a patto che non sia eccessivo, poiché questo comprometterebbe l’altezza del colpo in maniera significativa. Un fly laterale in attacco è solitamente sintomo di un errore di valutazione della traiettoria (si è andati a cercare la palla in volo e non con la rincorsa): questo è un fattore indesiderato, poiché compromette la stabilità, le direzioni d’attacco e l’altezza del colpo.

Per quanto riguarda l’atterraggio, è sempre sperabile che questo sia effettuato a due piedi, in modo da distribuire equamente il peso del corpo su entrambe le gambe (e le ginocchia). Questo è da ricercare soprattutto a muro (atterraggio ad una gamba è spesso sintomo di fly), ma anche in attacco, dove, seppur l’atterraggio leggermente sfalsato sia quasi naturale (per un destrimano, l’atterraggio avviene solitamente prima sulla gamba sinistra e poi su quella destra), è bene perseguire l’obiettivo di ridurre al minimo il lasso di tempo che intercorre tra i due appoggi e ricercare comunque un atterraggio composto.

Concludo con una citazione di un allenatore che ho conosciuto da poco e molto attento all’impostazione dei piedi: “Per capire quello che succede in alto, devi analizzare quello è che succede in basso!“.

Un grazie particolare ad Alberto Giorda per la collaborazione.

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