L’allenamento dell’allenatore

CoachGrazie ad alcuni esercizi che ho visto sul VCS e ad un piccolo scambio di battute sulla TagBoard, mi sono trovato a meditare sul’aspetto dell’allenamento dell’allenatore. Mi sono posto alcuni interrogativi su quali siano le capacità tecniche che un buon allenatore deve possedere. Penso che l’imprescindibilità di alcune caratteristiche tecniche sia indiscutibile: a qualsiasi livello, non è possibile pensare di allenare in modo sufficientemente efficace senza avere il controllo diretto e completo di alcune esercitazioni. Ad esempio, spesso, per dare ritmo, è necessario lavorare in fasi analitiche con lanci dell’allenatore, che, in questo modo, può modulare ritmo, intensità, difficoltà, per ogni singolo giocatore. Tuttavia, per poter perseguire questo “sogno”, è necessario possedere alcune capacità, di cui in seguito parleremo.

Anzitutto, ragioniamo sugli obiettivi:

  • Poter allenare
  • Poter garantire tante ripetizioni in poco tempo
  • Necessitare di riscaldamento limitato o nullo
  • Garantire la propria incolumità fisica

Entrando nello specifico, ci sono almeno queste capacità che un allenatore dovrebbe possedere:

  • Lancio a due mani da sotto
  • Servizio dal basso
  • Piazzata da terra
  • Servizio floating
  • Attacco da terra
  • Colpo d’attacco senza salto
  • Colpo di pallonetto senza salto

Proverò, di seguito, a dire due parole su ciascuna capacità tecnica.

Lanci a due mani da sotto

Sono fondamentali, a mio avviso, per l’allenamento dell’attacco a livello giovanile. Dobbiamo poter garantire elevata precisione in profondità e lunghezza. In altre parole, la palla deve cadere proprio nel punto giusto. Ma c’è un altro aspetto da tenere presente, ossia l’altezza. E’ infatti necessario poter garantire, per ogni tipo di zona (4, 3, 2) lanci di tre differenti tipologie:

  • Lancio alto (oltre 3 metri sopra la rete) per allenare il terzo tempo ed il contrattacco
  • Lancio di secondo tempo, utilizzato per le esercitazioni analitiche di attacco in cui non si vuole focalizzare l’attenzione sul tempo di rincorsa
  • Lancio di primo tempo, utilizzato nelle prime fasi dell’apprendimento per limitare le componenti di valutazione della palla al giocatore

Il lancio alto, inoltre, richiede di poter essere preciso od impreciso, di partire da diverse parti del campo e così via. Ad ogni modo, già possedere la capacità di eseguire lanci alti da sotto la rete, è un buon passo avanti.

Per allenarsi in questo, senza avere a disposizione troppi strumenti, sono sufficienti il canestro del basket e due cesti di palloni. Il primo si posiziona sotto il canestro, il secondo vicino all’allenatore. Posizioniamoci quindi a distanze “ragionevoli” ed iniziamo ad effettuare dei lanci, valutandoci di volta in volta e prefiggendoci obiettivi, a seconda di quale livello alleniamo. Ad esempio, potrebbe essere sensato considerare l’errore in profondità molto più grave di quello in lunghezza, perché aggiunge una componente tecnica non indifferente all’attacco. Ove possibile, chiaramente, si può sostituire il canestro con un canestro mobile posto direttamente sotto rete e il cesto sotto il canestro con un assistente (il vice allenatore?).

Un aspetto che consiglio di non sottovalutare è la possibile differenza di precisione nei lanci verso destra o verso sinistra. Io, ad esempio, ho notato che lancio molto meglio in Zona 2, che in Zona 4. Questo è un aspetto da gestire e non sottovalutare, poiché l’allenamento dell’attacco non può prescindere da nostre limitazioni.

Servizio dal basso

Così come il lancio da sotto è il fondamentale necessario per l’allenamento dell’attacco, il servizio dal basso è quello utilizzato per l’allenamento delle fasi di giocata e rigiocata, di appoggio, di ricezione, di ricostruzione. Dobbiamo essere in grado di direzionare il servizio da sotto in ogni zona (quanto meno, nelle tre fasce laterali e con una buona modularità di lunghezza), sia come servizio teso, che come servizio molto a parabola. Personalmente, utilizzo tantissimo il servizio dal basso in sostituzione del servizio in gara, per aumentare il ritmo di gioco ed eliminare da alcune fasi globali alcune variabili (il servizio ne introduce troppe).

L’esecuzione tecnica può essere differente ed adattabile, anche se di norma vedo colpi con la spalle bloccata e colpi gestiti solo con l’azione dell’avambraccio mediante rotazione del gomito. Il colpo è di norma effettuato con il pugno chiuso, per favorire il controllo della palla e la possibilità di modulare meglio i colpi.

Nei primi tempi di allenamento, io non ero assolutamente in grado di servire dal basso. Venendo dalla pallavolo giocata, infatti, avevo abbandonato il servizio dal basso ai tempi dell’U13. Penso che questo sia stato un problema anche di tanti altri allenatori, all’inizio. Ad ogni modo, sostituire il servizio da sotto con un lancio da sotto non è, in alcuni casi, da considerarsi come un fatto negativo. L’unico vantaggio del servizio, in alcuni casi è, a mio avviso, un maggior controllo delle traiettorie lunghe. Per allenarsi non resta che iniziare contro la parete, poi su distante brevi da rete e allontanandosi via via dalla stessa.

Aspetto importante è il punto di partenza del servizio. In generale, credo serva poter saper battere da dentro il campo (fasi di allenamento analitico o sintetico), ma anche da fuori, da ambedue i lati (fasi di gioco). Infine, può essere necessario anche saper battere da fondo campo, senza perdere eccessivamente in precisione.

Piazzata da terra

Entra in gioco nell’allenamento delle fasi di rigiocata e, in particolare, quando si vuol far partire un’azione da una difesa. Infatti, allenare la difesa partendo dall’attacco, specie con squadre giovani, è un sogno molto spesso irrealizzabile. Ci sono troppe variabili d’errore e, molto spesso, i palloni toccati sono troppo pochi. In fasi di gioco è necessario poter attaccare palloni di media potenza addosso o vicino ai giocatori, per poterli allenare ad una semplice difesa.

Dal punto di vista tecnico, spesso si tende a limitare l’utilizzo della spalla, in questi colpi, a favore di un colpo più basso e gestito con il movimento del polso.

Anche in questo caso, attenzione alla simmetria del colpo, alla possibilità di direzionare il colpo su tutte le zone (quanto meno, quelle direttamente frontali o leggermente laterali), alla necessità di rendere il colpo impegnativo ma non impossibile (e quindi cura delle traiettorie e dei punti di caduta del pallone) e, ove possibile, anche alla necessità di vedere, in visione periferica, i posizionamenti dei giocatori in difesa.

Servizio floating

Molto spesso è necessario disporre di un servizio floating sufficientemente “flottante” e decisamente poco falloso, per dare continuità agli esercizi di ricezione.

Altri colpi d’attacco

Oltre al colpo piazzato, è necessario, per allenare analiticamente la difesa, disporre di colpi d’attacco forti, con braccio alto e veloce, con pallonetti e finte. Questi colpi devono poter essere eseguiti sia da terra che da sopra plinti o tavoli. Sarebbe importante saper gestire sia i colpi forti dritti (con discreta precisione), che quelli più lenti ed angolati (movimenti in intrarotazione ed extrarotazione).

L’ultima osservazione, in fase di auto-allenamento, è che, al contrario di quanto richiediamo ai nostri giocatori giovani, a noi non interessa la tecnica di esecuzione, ma solo l’effetto. I colpi d’attacco devono essere alti, direzionabili e modulabili in forza, senza poi particolare attenzione alla tecnica esecutiva (lancio, caricamento e così via).

Riguardo al riscaldamento, in linea di principio i lanci, i servizi da sotto e le piazzate non dovrebbero richiedere un riscaldamento eccessivo. Al contrario, credo sia bene non “avventurarsi” in lavori troppo traumatici per la spalla (servizio, attacco) senza un adeguato riscaldamento a priori, specie se il numero di ripetizioni che andremo ad eseguire sarà elevato ed in tempi ridotti.

Buon autoallenamento a tutti.

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2 commenti su “L’allenamento dell’allenatore”

  1. Avevo già avuto modo di dirlo sulla tag board in VCS, ma mi sembra utile ripeterlo qua.
    L’anno scorso ad un aggiornamento allenatori, Leonardo Barbieri, il relatore, diceva che pretendeva che tutto il suo staff (Serie A1 e A2 femminile) sapesse battere a semi bilanciere con effetto float ( soprattutto per le azioni di ricostruzioni), attaccare piedi a terra sul difensore con e senza roitazione di palla etc etc.
    Aggiungeva inoltre che se per caso il suo vice, il preparatore od altri assistenti non erano in grado oppure non lo soddisfavano,prima e dopo l’allenamento li costringeva ad allenarsi in questi esercizi. E pure lui un paio di carrelli al giorno se li faceva.
    L'”allenamento dell’allenatore” o meglio la capacità di saper eseguire determinati gesti tecnici da parte del coach è spesso trascurata o addirittura ignorata.
    A torto, poichè soprattutto nel giovanile, non sempre si potrà far eseguire quei gesti, importantissimi per l’apprendimento, ad altri atleti, poichè magari in squadra non avremo atleti/e che siano in gardo di farlo.

  2. Sono proprio contento che da un paio di miei esercizi Tu sia riuscito a trovare lo spunto per un così esauriente articolo. Sei proprio bravo. Credo che lo diventerai sempre più, dato che non Ti fermi mai all’apparenza, ma vai sempre a fondo negli argomenti.

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