Il fallo di doppia

[warning]Aggiornamento del 17 maggio 2012: sono passati 4 anni dalla scrittura di questo articolo…se dovessi riscrivelo oggi, cambierei alcune cose, magari anche i toni…ma la questione è ancora molto aperta! Lascio questo articolo nella sua versione originale perché si è costruita sotto una discussione davvero interessante e costruttiva con anche alcuni arbitri coinvolti…bellissimo!!![/warning]

Ho appena perso una partita 3-0 e l’ho persa semplicemente perché gli altri erano più forti. Quindi, metto le mani avanti da questo punto di vista: la mia osservazione non vuole parare su una eventuale supposizione (che potrebbe sorgere spontanea) che io abbia perso per colpa delle doppie (fischiate male da tutte e due le parti); avrei perso comunque e sempre 3-0, con parziali più o meno simili.

Ora però, io vorrei sapere, con molta serenità, perché ci debba essere tanta ambiguità nel fallo di doppia. E, soprattutto, perché mai gli arbitri si ostinino a fischiare situazioni che non gradiscono, invece di sanzionare un fallo.

E’ assurdo: una palla gira, allora è doppia. Una palla non gira, ma esce dalle mani quadrate di un palleggiatore scarso e non è doppia. E’ insensato. Il mio caso specifico odierno è questo: gioco contro una squadra di almeno una categoria superiore al campionato che disputa, quindi per noi (giovani che facciamo un campionato di serie) ogni difesa è un miracolo. Difendiamo e il Libero alza. La palla parte pulita e con un “buon rumore”, dopo un po’ prende una leggerissima rotazione. Boato dell’avversario e fischio del fallo.

Ora, è matematicamente impossibile che le mani impattino la palla nello stesso preciso istante. E’ impossibile, non vedo come possa accadere che sia colpita nello stesso milionesimo di secondo da ambo le mani, che non sono collegate e, quindi, saranno sempre necessariamente milionesimi di centimetri sfalsate. A rigor di logica, quindi, ogni palleggio è fallo.

La bestialità più grande, a mio avviso, è la tecnica, fasulla e terrificante, che viene insegnata agli arbitri per riconoscere i falli di doppia: “Quando la palla frulla, è doppia“. Non è vero! Non è vero! Questa tecnica è un’approssimazione grossolana e micidiale, perché il fallo di doppia avviene sempre! Gli arbitri devono imparare a guardare le mani dei palleggiatori, non l’effetto che si ha sulla palla. Anche perché non è scritto da alcuna parte del Regolamento, che sia fallo quando “un giocatore effettua un palleggio e la palla esce ruotando attorno ad un proprio asse passante per il centro”.

In più, c’è un’altra bestialità, orribile, che si insegna: “Lasciar giocare i palleggiatori“. L’idea di principio non è sbagliata, ma ha come logica conseguenza che tutti gli altri giocatori vengono massacrati. E questo è ancora più insensato, perché, delle due, sono proprio i palleggiatori a dover saper palleggiare meglio degli altri, visto che ad allenamento fanno praticamente solo quello. Ora, se parte un frullino micidiale ad un palleggiatore, si lascia correre; se al Libero o ad un centrale, che si allena poco nel palleggio (giustamente) parte una palla un minimo sporca, è fallo. E’ assurdo. Anche perché, francamente, le situazioni più difficili sono quelle di ricostruzione e non è affatto automatico che sia il palleggiatore ad effettuare l’alzata di ricostruzione. Anzi, molte volte non sarà lui.

Concludendo:

  • L’arbitro deve ravvisare un fallo, non decidere che una palla che non gradisce sia fallo
  • Ci vuole un criterio migliore nell’individuazione del fallo
  • Ci vuole uniformità di giudizio
  • Gli insegnanti degli arbitri dovrebbero smetterla di insegnare “trucchetti” fasulli

Spero che questo scritto possa essere letto, anche in futuro, da qualche arbitro o, ancora meglio, da qualcuno che si occupa della formazione degli arbitri. E che, perché no, provi a spiegare a me, povero giovane allenatore, i motivi per cui vengono insegnate queste cose e le motivazioni che ne stanno alle spalle.

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22 commenti su “Il fallo di doppia”

  1. Non posso far altro che appoggiare pienamente il tuo pensiero Andrea, anche da noi in Campania la situazione è la medesima!!!

  2. Caro Andrea,
    sappi che sul forum della federazione provinciale di Bergamo ( http://www.bergamo.federvolley.it) qualche tempo è nata proprio la medesima discussione.
    Gli unici a pensarla come te eravamo io e una allenatrice.
    C’erano tutta una serie di teorici riconoscitori di doppie: 1) se la palla gira è doppiua;”) se il palleggio parte da sotto il mento è doppia; 3) se il palleggio è fatto tenendo il corpo fuori asse è fallo etc etc.
    Io ho scitto che sono tutte scempiaggini: il fallo in palleggio c’è quando: A) la palla viene palleggiata con un nitido doppio tocco B) se la palla viene trattenuta…stop, punto e basta. Tutto il resto può riguardare un brutto palleggio…ma non certo un di per sè un palleggio falloso.
    Ho visto genete che palleggiava da posizione inginocchiata, sdraiata, in tuffo, all’indietro dai nove metri…senza fare doppia o trattenuta…
    Ed ho visto arbitri che hanno fischiato (per fortuna in categorie provinciali) fallo di doppia ad alzatori che effettuavano il palleggio a una mano ( come ci possa essere in questo caso il doppio tocco…per me rimane un mistero!!).

  3. Certo che se ne sentono delle belle! Una volta è capitato anche a me di vedere fischiato un “doppia” in alzata a una mano… Comunque al di la di quello che pensa ognuno credo che un arbitro a inizio partita si debba porre come indirizzo un certo metodo: vuoi fischiare tutte le palle che “girano”, mi sta bene. Vuoi fischiare tutte le palle che escono facendo un brutto suono, bene. L’importante è mantenere una linea, non fischiare a caso come si vede. E comuqnue penso che in generale il doppio non andrebbe fischiato, se non proprio quando è palese che la palla viene toccata in due tempi.

  4. Ciao Andrea! Non ci crederai, ma parli di me… un giorno spero di spiegarti come mi sono trovato sul tuo blog 😉
    Spero che quello che sto per scrivere non sia di danno (mio, soprattutto..), però credo che tu sia un ragazzo preparato e intelligente e che quindi possa capire le mie motivazioni. Spero di essere chiaro… anche se so che il discorso è complicato e lungo. Oltretutto la mia ragazza è un’allenatrice, e quindi so benissimo cosa intendi!

    Innanzitutto bisogna partire dal fatto che “noi” arbitri siamo uomini e come tale sbagliamo. Quindi diffiderei dell’arbitro che a fine partita scende bello bello dal suo seggiolone e dice “Non ho sbagliato niente!”; sono convinto che il buon arbitro sia quello che ha fine partita ammette i propri errori e cerca di correggersi in questo. Ad esempio, nella partita in questione, sono convinto di aver sbagliato almeno un pallone “accompagnato”, vero? 😉

    Il fallo di “doppio tocco” è un fallo soggettivo, che decide l’arbitro stesso, e come tale è difficile avere una linea comune tra i vari arbitri. In questo il regolamento non ci aiuta, lasciando varie ombre/dubbi nell’interpretazione del fallo stesso.
    Non è il pallone che gira, non è il pallone che fa un brutto suono, non è la posizione delle mani, non è l’ascendente del segno zodiacale del segnapunti… non c’è nulla che possa dire che il fallo sia stato commesso. C’è sicuramente una incidenza (a parte l’astrologia!), ma questo non deve condizionare il giudizio dell’arbitro.
    Non mi è stato mai insegnato in nessun corso/aggiornamento di fischiare un doppio solo perchè abbia le caratteristiche menzionate. Quindi, se qualcuno le insegna, commette un’errore. Fidati, da noi ci sono validissimi insegnanti: è poi compito degli allievi capire e applicare le cose imparate.
    Il metro da seguire non lo insegna nessuno.. semplicemente perchè non esiste. Ogni partita fa storia a sè: un buon arbitro credo debba adattarsi e seguire la linea decisa. La partita in questione è stata un pò particolare: giovani contro “anziani”. E su questo scaturiscono fiumi e fiumi di parole.
    Tendenzialmente non reputo sbagliato il discorso “lascio giocare il palleggiatore e punisco gli altri”. Il palleggiatore è il fulcro del gioco; se blocco quello è finita. Oltretutto con palleggiatori non pulitissimi, la scelta è obbligata. Posso fischiare le più clamorose, ma non posso bloccare ogni azione. L’arbitro non deve punire (almeno nel senso del gioco; se intendiamo il comportamento…. allora si!!!!!! 🙂 ).
    Giustamente, con la mia ragazza che allena un giovanile, mi viene obiettato: “Ma i giovani devono imparare! Devi fischiargliene ventimila!!”. Ok, è giusto, lo reputo importante. Ma nel caso della partita in questione, con gente “molto più che esperta”, avrei potuto essere severo nei doppi? Cosa deve imparare un palleggiatore di 34 anni? Cosa avrei/avreste ottenuto?
    Cosa ne pensi di tutto ciò? Non si smette mai di imparare: ogni suggerimento è ben accetto!

    Il punteggio sul quale ho fischiato il doppio al tuo libero me lo ricordo bene… 23-21 sul terzo set. Il pubblico mi ha urlato che volevo andare a casa, ma non è assolutamente vero. Se un arbitro non vede l’ora di andare a casa è meglio che cambi mestiere. L’ho fischiato semplicemente perchè, in quella partita, quei palloni li ho fischiati tutti.
    La palla è uscita sporca e in aria ha cambiato anche traiettoria. Per me era un doppio tocco. Ci sta che tu la pensi in una certa maniera, e ci sta che io la valuti in un’altra. Chi ha ragione? Nessuno dei due, credo. Però qualcuno ha deciso che io fossi capace di stare lì sopra, e quindi, nel bene e nel male, che prendessi io le decisioni. Impopolari, sbagliate, giuste, condivise.. però (putroppo) mie.
    Mettiti nei panni dell’altra squadra: visto che gliene ho fischiate anche a loro (e anche al palleggiatore.. mamma mia che brutto tocco!), cosa avrebbero pensato? Che giustamente non ero stato coerente con le mie decisioni.
    Quindi ho deciso così. Ho sbagliato? Probabile, spero la prossima volta di fare meglio. Importante è che con le mie decisioni non abbia rovinato una partita e abbia falsato il risultato. Probabilmente meritavate qualcosa di più, ma non credo di essere stato così decisivo nel risultato finale. Capisco che il punteggio nel quale si è presentato il fallo sia stato importante, ma un buon/discreto arbitro non debba lasciarsi condizionare da questo.

    Copio e incollo i tuoi punti finali:

    * L’arbitro deve ravvisare un fallo, non decidere che una palla che non gradisce sia fallo
    – Giusto e sbagliato. Dentro, fuori, invasioni.. quelli si ravvisano. Ma l’arbitro è “giudice di gara” e a volte deve dare decisioni, conformi alle regole, su falli definiti soggettivi.

    * Ci vuole un criterio migliore nell’individuazione del fallo
    – Giustissimo. Il regolamento su questa cosa è un pò carente….

    * Ci vuole uniformità di giudizio
    – Vero, anche se di difficile realizzazione. Permettimi una battuta: non sei in contraddizione col primo punto? 😉

    * Gli insegnanti degli arbitri dovrebbero smetterla di insegnare “trucchetti” fasulli
    – Verissimo, ma ti ripeto, nessuno ha mai suggerito questi trucchetti (che sono trucchetti da “pubblico”. Non vorrei portarmi le ire dei “cari spettatori”, ma sono le persone più ignoranti in materia… nel senso che ignorano il regolamento!)

    Questo discorso, seppur interessante, secondo me ne introduce un altro ancora più importante e solo poche volte affrontato. Perchè c’è così distanza tra allenatori e arbitri? Perchè a volte non si fanno delle riunioni/campi/confronti per capire le motivazioni degli uni e degli altri? Sarebbero molto istruttive… sempre che non finiscano in rissa! 🙂
    Poi dipende dall’arbitro ovvio: con la dovuta calma io non mi offendo se qualcuno mi viene a chiedere delle mie decisioni, anche a fine partita. Magari qualcuno ti manderà a quel paese, ma con me puoi parlare senza problemi!!!

    Alla prossima partita….. magari arbitrata meglio!!!!! 😉

    PS: Doppia ad una mano? Mi vien che ridere… anche se ammetto che qualche volta, da spettatore, ho pensato di avere visto questo mirabolante fallo! 😀

  5. Ahah, penso che mai sia capitata la fortuna a qualcuno di poter trovare una risposta dal DIRETTO INTERESSATO. Non sto scherzando, credo sia molto importante potersi confrontare.

    Il mio articolo inizia dicendo, per l’appunto, che la partita sarebbe finita allo stesso identico modo, sia con la doppia sul 23-21, sia senza. Toh, forse invece di 25-21, sarebbe stato 25-22, ma credo poco più. Del resto, non posso certo sperare di vincere con un mezzo U16 contro gente che ha anche fatto la C.

    La mia unica amarezza è che, purtroppo, si fa fatica con i giovani a convincere che le partite non si perdono per colpa degli arbitri. Oddio, vivendo di scout, io non ho problemi. 47 errori contro 15 punti realizzati, penso possano mettere a tacere anche i ragazzi più vivaci. Però ti assicuro che, in altre occasioni, mi sono trovato a fronteggiare situazioni piuttosto imbarazzanti. Se posso permettermi di farti ridere: due arbitri, palla che cade in Zona 4 dal lato del secondo arbitro, dentro di 1 metro buono, nessuno che la vede. Gli avversari, ovviamente, fan finta di niente, io incredulo che devo mantenere la calma, i ragazzi chiaramente allo sbaraglio. Io, che per natura cerco di insegnare il massimo rispetto per l’arbitro (in quanto persona e membro effettivo di gara e, come tale, soggetto ad errore), cerco sempre di dare il buon esempio, stringendo la mano agli arbitri a fine gara senza alcun astio e cercando di limitare i miei interventi di “lamentela”, se così si può dire. Anche perché, francamente, non credo si possa perdere veramente per colpa di un arbitro, o almeno non in questo sport.

    Se posso permettermi di dirlo, il tuo arbitraggio è stato nel complesso buono, non che la partita sia stata particolarmente difficile (immagino che in certi femminili sia molto peggio), ma comunque buono. Il discorso sulle doppie nasce anche da situazioni pregresse. Io lavoro sempre in palestra affinché si cerchi una certa pulizia nel palleggio. Spesso vengo anche criticato dai miei ragazzi, visto che 3/4 degli arbitri lasciano passare quasi tutto a tutti. Quello che manca, secondo me, è un criterio quanto più possibile oggettivo nel giudizio. Nel senso, sia te che molti arbitri cercate di dare una interpretazione quanto più possibile “umana” ad una regola che, come dici, è fatta male ed è poco chiara. Però, a mio avviso, è necessario che ognuno di voi stabilisca una metro di valutazione e provi a restarvi fedele: guardo le mani, ok. Guardo il frullino, va bene uguale. Guardo l’orientamento del giocatore, guardo la sua stabilità fisica al momento del colpo, va benissimo. Sento il rumore, idem. Il problema nasce quando si mescolano troppi criteri e, su ogni palla, è necessario valutare. Perché questo rende difficile, per i giocatori, specie per i più giovani, capire come colpire una palla. E’ come la regola dell’invasione a rete: in teoria, tu mi insegni che è fallo solo se il tocco della rete influisce sul gioco. Nella pratica, è fallo SEMPRE. Il RdG è un po’ ipocrita, anche in questo caso, ma almeno l’interpretazione si mantiene il più possibile oggettiva. O almeno, io non ho mai visto un arbitro dire che non ha fischiato perché non influiva, delle due dice di non averla vista.
    Riguardo alle doppie è più difficile, però se, per esempio, un arbitro decide di fischiare sempre quando la palla frulla, allora il mio giocatore, dopo 2-3 falli, sicuramente alzerà in bagher. Ne rimetteremo in qualità, ma almeno non regaliamo punti. Invece, se qualche volta passa e qualche volta no, diventa più problematico.

    La doppia è un gran casino, un ragionamento contortissimo. Anche perché poi vedi in serie A delle schifezze assurde e la direttiva è lasciar giocare, a quel che so. Quindi, in pratica, permettiamo che gente che fa 2 allenamenti al giorno possa non saper palleggiare, mentre ragazzi che ne fanno 2-3 a settimana devono avere due manine d’oro. C’è della contraddizione, in queste cose, non trovi? Lo so bene che le giovanili devono imparare a palleggiare, ma non credo che, specialmente nel maschile, specialmente a Bologna, ci sia tanto tempo per farlo a dovere. I ragazzi iniziano a giocare a 14-15 anni, o meglio, provano a giocare. Se passi 3-4 mesi a pulire il palleggio, stai pur certo che in due mesi ti ritrovi senza squadra. Non è cattiveria, è sopravvivenza. I ragazzi vogliono imparare a giocare, ma vogliono farlo divertendosi. Quindi, certo, tu devi provare a insegnare il palleggio pulito, però capisci bene che, se un ragazzo inizia a giocare in U16, lui in partita ha più bisogno di saper battere, ricevere, attaccare, se non fa l’alzatore.

    La distanza tra allenatori e arbitri c’è per alcuni motivi: la Federazione non fa nulla per evitarla; ci sono arbitri mediocri e presuntuosi; ci sono allenatori mediocri e presuntuosi.

    Ciao, spero che la discussione possa continuare 😉

  6. Ciao Simone, io sono il capitano della squadra allenata da Andrea 🙂
    Non ho capito bene il discorso che fai sui “vecchi” e i giovani. Cioè mi sembra che tu dica in poche parole: ai vecchi non fischio doppia perchè tanto non devo fargli imparare a palleggiare e ai giovani si. Come discorso ha un certo senso logico che però non condivido assolutamente. La mozione che ti porto è questa: in una partita ad esempio come la nostra, stessi “tocchi” da parte dei due palleggiatori, uno giovane e uno no, e ad uno fischi tutte “doppie” e all’altro no? Solo perchè poverino il giovane ha poca esperienza di gioco e DEVE imparare a palleggiare? Non condivido per niente, ma magari non ho capito bene il tuo discorso. Riguardo alla partita penso che avremmo perso lo stesso quel set e comunque anche se l’avessimo vinto sarebbe stato un 3-1 quindi nenache da dire partita tirata insomma. Però mi è sembrato che ci sia stata un pò di divergenza fra le tue decisioni di doppia (alcune non fischiate a loro, altre che potevano tranquillamente passare a noi). Comunque so benissimo che è un argomento delicato e decidere li per li è difficile, non sto criticando il tuo arbitraggio (condivido con Andrea che è stato buono nel complesso) ti sto solo dicendo la mia opinione. Per quanto riguarda la doppia sul 23-21 o quello che era, l’idea che si è avuta da fuori è stata proprio: se ne vuole andare a casa 🙂
    Ciao, Mattia

  7. Wow, quanta bella carne al fuoco!!!
    Premessa: non voglio difendermi ad ogni costo, voglio solo cercare di spiegare le mie scelte (che ripeto, possono anche essere sbagliate!). Visto che la discussione è pacata, è un piacere continuare a discutere 😉

    Inizio subito a rispondere a Mattia.
    Forse mi sono spiegato male, ma non intendo quello che tu dici. L’uniformità di giudizio deve sempre esserci, all’interno della stessa gara. Non puoi adottare due pesi e due misure per due palleggiatori diversi; quello che intendo è che si può cambiare il giudizio da partita a partita se le condizioni sono diverse (come l’esempio giovani/vecchi, ma può calzare anche per palleggiatori con bel tocco/brutto tocco). Nella vostra partita ho deciso di lasciare correre un pò di più del mio solito (ebbene si, solitamente sono un gran rompiscatole!) ai palleggiatori. Credo (ma soprattutto spero) di aver tenuto un metro il più uniforme possibile, ma questo è soggettivo, e lo dimostra il fatto che tu abbia visto decisioni non equilibrate. Come dicevamo Andrea ed io, il regolamento su alcuni tipi di falli è nebuloso (volutamente?) e quindi si presta a interpretazioni varie, non aiutando né l’arbitro né le squadre. Chi ha ragione tra me e te? Nessuno credo, è normale vedere questi tipi di falli in maniera diversa tra due persone. Ed è normale che l’arbitro sbagli.
    Confucio dice: “Il buon arbitro non è quello infallibile, ma quello che sbaglia meno” 🙂

    Passo ora ad Andrea. La tua risposta è molto precisa e intelligente, e apre questioni sulle quali possiamo dibattere giorni, mesi, anni, senza venirne a capo. Non per incapacità/incompetenza, ma semplicemente perchè sono discorsi “più grandi di noi”.
    Senza divagare troppo, sottoscrivo quello che dici: “Quello che manca, secondo me, è un criterio quanto più possibile oggettivo nel giudizio”. Verissimo. Il regolamento è (poco) chiaro: un tocco è doppio quando il contatto con la palla non è simultaneo. E io come faccio a capirlo in una frazione di decimo di secondo? Come dicevi nell’articolo, con questa regola tutti i palleggi sono doppi, è praticamente impossibile un contatto simultaneo! E questo influenza il resto: non essendoci una situazione oggettiva di “tocco doppio”, bisogna valutare di volta in volta. Ed effettivamente si fa confusione, perchè credo sia comunque sbagliato attenersi SOLO alla palla gira, SOLO al movimento strano, SOLO al rumore.
    Poichè la mia ragazza allena una terza juniores, comprendo benissimo il discorso sull’insegnamento e sul divertimento.
    E la distanza che esiste tra serie inferiori e superiori, soprattutto sul “metro” arbitrale, non la capisco proprio.

    Ultima cosa. Probabilmente ho capito male, ma la regola dell’invasione a rete (non sotto rete, c’è differenza) mi sembra tutto sommato abbastanza chiara. Il regolamento dice: “Il contatto con la rete o con l’antenna non è fallo eccetto quando un giocatore la tocca durante la sua azione di giocatore O interferisce con il gioco”.
    Quindi, se stai attaccando, difendendo,palleggiando e tocchi rete, fallo, sempre e comunque.
    Se ad esempio la palla sta andando sugli spalti e tu giocatore, che sei da tutt’altra parte, tocchi la rete, non è fallo.
    L’interferire con il gioco è il caso classico che si dice del giocatore pazzo che abbassa volutamente la rete per fare passare un pallone dall’altra parte…. assurdità, ma devono essere comunque codificate.
    Oltretutto, il regolamento *bastardone* parla di “RETE” e la rete da regolamento è TUTTA, anche fuori dalle antenne. Diversi sono i tiranti e i pali, con i quali non si fa mai invasione a meno che andandoci contro si tiri giù tutto.

    Non per piaggeria, ma ti faccio i complimenti per il blog e per la tua competenza/pazienza/disponibilità al confronto. Magari ci fossero più persone (nel senso di giocatori,allenatori,dirigenti,arbitri) così!
    E poi sai che il tuo ruolo di “allenatore giovanile MASCHILE” qui da noi è preziosissimo. In bocca al lupo per tutto.
    Grazie per il giudizio sull’arbitraggio: posso comunque ancora migliorare e arbitrare meglio 😉
    A presto
    Simone

  8. a discussione è aperta, sto girando l’articolo in giro per cercare di raccogliere commenti e provare a capire quali debbano essere i criteri giusti per il sanzionamento del fallo. Speriamo nasca qualcosa di buono 😉

    Riguardo all’ironia sul fatto che sia l’arbitro a sbagliare, consoliamoci: sono frasi fatte e ce n’è anche per gli allenatori (sai bene che quando si perde la colpa è SEMPRE dell’allenatore) e per gli alzatori (se si gioca male, la colpa è SEMPRE dell’alzatore, mai degli schiacciatori!). Chiaramente, chi vive il ruolo, come noi, sa bene che è importante sapersi auto-valutare, per non soccombere agli insulti della massa di giocatori-dirigenti 😉

    In bocca al lupo anche a te e a presto 😀

  9. Ah ok, per fortuna avevo capito male 😀
    Per il resto ovviamente da giocatore la vedo in modo diverso, ma per fortuna penso di non essere così presuntuoso da voler avere ragione, infatti penso che l’arbitraggio sia stato buono e ho scirtto del doppio ecc giusto per parlarne non per altro 😉

    A presto!! Mattia

  10. Salve, sono un osservatore… e sono anche un “insegnante degli arbitri”… datemi addosso 🙂
    Scherzi a parte, vi dico che qualche settimana fa sono andato a vedere un arbitro mio ex allievo e poi nello spogliatoio gli ho rotto il muso (a parole, naturalmente) perchè in partita ha fatto l’esatto contrario di quanto gli avevo insegnato pochi mesi prima… perchè secondo voi? All’arbitro ed all’allenatore il commento. 16/03/2008.
    P.S. complimenti veri a tutti per blog e per come portate avanti la discussione.

  11. Ciao a tutti,
    sono un allievo allenatore di Padova, ed alleno una terza divisione femminile, composta da ragazze che vanno dai 17 anni a quelle un pochetto più mature che ormai di primavere ne hanno una trentina, ma non per questo perdono la voglia di giocare e di divertirsi con questo splendido sport.
    In merito a quello sopracitato volevo chiedere a Simone/ Gabriele come posso io allenatore, “allenare” la mia squadra non avendo (e spesso purtroppo capita nella nostra categoria) una non uniformità di giudizio da parte di chi dirige la gara.
    Per essere precisi vi porto l’esempio della nostra squadra.
    Premesso che sono pienamente d’accordo che nella pallavolo sia molto difficile che un arbitro influisca in maniera decisiva sul risultato della partita!!!!
    Allora, nella mia squadra ci sono due palleggiatrici, una delle due ha un tocco direi buono, nel senso che la palla non ruota mai, palleggia in asse, ed il pallone esce dalle mani senza emettere grossi boati :-), però il problema principale è che è molto prevedibile, e quando troviamo squadre che a muro sono ben posizionate diventa parecchio difficile far giocare le bande contro un muro a 1 perchè come sopra detto E’ MOLTO PREVEDIBILE.
    Veniamo alla seconda, il palleggio di quest’ultima, non voglio dire sia un brutto palleggio, ma sicuramente non è così aggraziato come l’altro, dal mio modesto punto di vista a volte le vengono fischiate doppie solo ed unicamente perchè il suo tocco sul pallone è rumoroso, sebbene, la palla non giri o non palleggi fuori asse e via discorrendo, ma a suo vantaggio questa ragazza a che è molto meno prevedibile, spesso e volentieri il centrale avversari fa molta più fatica a capire che tipo di pallone giocherà il nostro palleggiatore.
    Allora, quello che io mi chiedo e come posso far partire un sestetto o allenare quel sestetto durante la settimana??? Io lego al mio palleggiatore un determinato opposto e cerco di farli giocare insieme il più possibile, e questi sono 2/6 di una sqaudra in campo, come faccio io a decidere chi scenderà in campo??
    Se l’arbitro che ci spetta non fa caso al rumore, ma guarda solo la correttezza delle mani posso scendere in campo con un determinato alzatore, altrimenti, sono costretto ad usarne un’altro, perchè d’accordo che l’arbitraggio non condiziona la partita, ma al giocatore che su 5 palloni vengono fischiate 3 doppie sicuramente si!!!
    quindi per concludere, non avendo uniformita nel giudizio a volte mi trovo spiazzato, sono costretto a dover fare cambi nel corso della partita (studiata e preparata durante la settimana) solo per una non uguaglianza di direzione tra un arbitro e l’altro.
    Grazie mille e complimenti per le discussioni che si tengono in questo blog.!!

    Lorenzo

  12. Sono d’accodissimo con te, ci vuole uniformità di giudizio. Io ho appena perso una finale per 3-2 con un 17-15 al tie-break a causa delle decidioni di un arbitro scarso.
    Ti faccio un breve riassunto: durante tutto il campionato al nostro alzatore saranno state fischiate si e no 10 doppie mentre nella finale se ne viste fischiare forse anche di più. Allora o si tiene questo metro di giudizio che durante tutto il campionato oppure si arbitra anche la finale come si è arbitrato in campionato, perchè non è che siccome è la finale e ci sono 300 persone a vederla devi fare vedere che sei un super arbitro e fischi anche le doppie più impercettibili.
    Un direttore di gara come quello che mi ha arbitrato è il tipico arbitro malato di protagonismo che vuole essere al centro dell’attenzione e questo fa male allo sport perche quella partita avremmo potuto perderla comunque ma almeno l’avremmo persa perchè i nostri avversari si sono dimostrati superiori.

  13. Concordo con Iorama a volte è difficile dover decidere quale palleggiatore far entrare in campo…
    Inoltre una considerazione: ho giocato, allenato e seguito squadre dalla terza divisone alla serie B, il tutto circa 16 anni fa per poi riprendere a giocare ed allenare lo scorso anno. Sono assolutamente rimasta basita per la quantità di doppie che vengono fischiate oggi rispetto a 16 anni fa. Ho visto palleggiatrici da “baciarsi i gomiti” costrette ad alzare in bagher per tutta la gara…!

  14. Per chi si lamenta dei propri arbitri, gli propongo di fare l’arbitro lui, così migliorerà le condizioni dei campionati. Logica che “fila”,no? Eppure appena lo dici tutti scappano..:( Ricordate che gli arbitri sbagliano ma in confronto ad almeno 75 azioni giocate, la percentuale dell’errore arbitrale sull’esito finale della partita, crolla matematicamente.
    Secondo, senza arbitri dovete imparare a capire che non potete giocare.
    Terzo, l’arbitro è un volontario che mette a disposizione il suo tempo libero per il vostro (e suo) sport preferito! Sputereste mai su un volontario della croce rossa quando ne avete bisogno a causa di un incidente? Non penso proprio!…Meditate gente, meditate!

  15. Scusate, non vorrei che la situazione degenerasse in litigate poco produttive… quel che dice Pietro è vero, però quinon è stato detto il contrario. Tutti sbagliano e non si perde quasi mai per colpa dell’arbitro.
    Sul volontariato o meno mi lamenterei poco, moltissimi allenatori sono nella stessa situazione: nessuno ci obbliga, se ci piace lo facciamo senza bisogno di lamentarci così tanto e cerchiamo comunque di fare del nostro meglio, senza cercare alibi inutili quando sbagliamo. Corretto? Condivisibile?
    In questo articolo, anche se i toni miei all’inizio sono stati duri, si parlava principalmente di una norma che dà, per me, troppo spazio all’interpretazione personale. E se leggi con pazienza, troverai che l’arbitro diretto interessato è venuto qui a rispondere molto pacificamente e ne è nata una piacevole discussione costruttiva.
    Tutto qui 😀

  16. Forse sarebbe meglio allenare bene per evitare le situazioni dubbie o critiche.
    Un buon arbitro è parente stretto delle buone squadre (tecnicamente parlando).

  17. Caro Andrea, perfettamente d’accordo su ogni lettera del tuo discorso. Ti dirò di più. Io alleno una squadra Juniores nel CSI, in passato ho allenato anche Top Junior. Bene nel CSI la regola della doppia è qualcosa di assurdo. La palla per la maggior parte degli arbitri deve andare su dritta, senza nessun minimo movimento, altrimenti è doppia. Ora io sono per il gioco, è se la situazione non è palese lasciamo giocare queste povere ragazze, soprattutto in categorie giovanili e ancor di più se si tratta di CSI. E invece è l’esatto opposto, in federazione c’è una tollerenza maggiore. Tutte le mie partite finiscono con almeno 6/7 doppie a set. E’ un’assurdità! Io capisco tutto ciò che c’è alla base del palleggio, l’allenamento ecc…Ma non si può continuamente spezzare un azione per ogni palleggio che non è perfetto come il cerchio di Giotto.
    Io la vedo così, se la doppia è proprio plateale d’accordo, altrimenti lasciare giocare sempre. La pallavolo è uno sport che negli ultimi anni è diventato sempre più spettacolare! E allora lasciateci godere questo benedetto spettacolo! E soprattutto lasciamo giocare e divertire le nostre ragazze!

  18. Wow, quanta roba!
    Penso solo una cosa, che molte volte un’arbitro non sa riconoscere bene un fallo da doppia, non perché non sia stato preparato adeguatamente sul regolamento da far rispettare, ma perché semplicemente non ha la minima idea di cosa si prova a pelle nel realizzare una doppia.

    Per molti anni mi sono allenato con palleggiatori formidabili e di grande intelligenza di gioco, che sapevamo perfettamente quando vedevano una partita di serie A o D o under 16 quali erano le vere doppie, perché semplicemente sanno in prima persona sulle loro mani cosa significa fare 40 alzate perfette e 3 o 4 sporche.

    Ultimamente dopo tanti anni di stop, ho ripreso a giocare per divertirmi facendo un torneo chiamato CSI, in questa squadra gioca anche un ragazzo che è anche arbitro nazionale per il CSI. Be sto ragazzo ogni palla che gira leggermente, ripeto leggermente, per lui è doppia, ASSURDO! Questo ragazzo non è bravo a giocare, e di palleggi buoni ne fa uno su 40. Quindi come fa una persona che non sa palleggiare a riconoscere a pelle cosa significa veramente fare una doppia o NO.
    Allora da domani io ignorante di calcio inizio a studiare il regolamento di calcio alla perfezione e vado ad arbitrare, be penso che un sacco di cose non le potrò mai capire veramente visto che non ho almeno imparato le basi di quello che significa giocare a calcio agonisticamente, partecipando a qualche campionato decente.

    Facendo il punto posso dire che per fortuna la maggior parte degli arbitri non sono stati malvagi e alcuni erano pure molto bravi, ma quando 2 volte su 15 partite ti capita l’ignorante che ti fischia 20 palle su 30 perché leggermente giravano, ripeto leggermente, e NO, ma trovati un altro lavoro!
    Agli allenatori da quello che so è richiesto di saper fare ogni fondamentale di pallavolo per poter insegnare, be mi chiedo se è richiesto anche agli arbitri.

  19. Ciao a tutti! Peccato che la discussione è iniziata un pò di tempo fa, comunque aggiungo anche il mio appunto.

    In questo blog ho letto in diverse discussioni riferimenti sull’operato dell’arbitro. Ma se cambiamo nome allo sport, il risultato resta identico anche per altri settori sportivi. Di base, penso che ci sia una sbagliata concezione di molti alteti nel concepire il ruolo dell’arbitro.

    Come qualcuno ha ben suggerito, sarebbe auspicabile che ogni arbitro di pallavolo (di qualsiasi grado) potesse sperimentare su campo il gioco stesso. Io comunque nelle mie zone non conosco nessun arbitro che non abbia mai giocato. Certo, magari non è un campione, ma comunque ha “sentito la palla”. Detto questo voglio però aggiungere in modo piuttosto acceso il concetto che forse anche ogni giocatore dovrebbe sperimentare (E CAPIRE) che cosa significa stare su quel seggiolone. Sono sicuro (e non è un impressione solo mia) che molti atleti e alcuni allenatori commentano senza mai una volta aver sperimentato “l’arte dell’arbitraggio”. E chiariamo che fare arbitro negli allenamenti non è nemmeno paragonabile a cosa significa farlo in campionato.

    Non sto difendendo la categoria arbitri, perchè non c’è nessuna difesa da fare. Sto solo provando a far riflettere quegli atleti (che non scrivono in questo forum, ma che lo leggono) che ognuno in campo ha un ruolo preciso. Io non mi sognerei mai di dare un consiglio ad un allenatore durante il gioco. Magari a volte mi verrebbe da dire “però perchè quel libero non lo cambia ora?!”. Il mio ruolo è dirigere il gioco secondo il regolamento. E se ho scelto questo ruolo c’è un motivo. Come ogni arbitro ha un proprio motivo personale. Come un allenatore ha un motivo che lo spinge ad allenare e come un giocatore ha un motivo per entrare ogni volta in campo a misurarsi con gli avversari.

    Ecco perchè penso sia utile fermarsi un attimo e pensare (o magari provare) a cambiare un ruolo per capire meglio di cosa si parla.

    E quello che dico è una cosa risaputa nel settore della formazione arbitri. In molti comitati provinciali si invitano anche gli allenatori ed i giocatori a seguire almeno le prime fasi di formazione arbitrale. Poi pochi lo fanno (quasi nessuno) e questo è l’errore di concetto.

    Sarebbe fondamentale non per capire il motivo per il quale un arbitro fischia il fallo di doppia, ma sarebbe utile per creare quella famosa (ma assente) sinergia all’interno della pallavolo!!!

    SITUAZIONE 1: Arbitro, hai sbagliato a fischiare questo fallo perchè in realtà è successo quest’altra cosa! Te lo dico perchè ti possa essere utile a migliorare!

    SITUAZIONE 2: Arbitro ma che fai? Ma dai, possibile che ogni volta fischi me? Ma lo so io che regolamento c’è in questo campo! Ma caXX…!

    Secondo voi oggi quale situazione avviene (nella maggior parte dei casi)? Con quale beneficio generale?

    Detto questo, anche se mi sto dilungando, aggiungo solo altre due righe.
    Ho giocato in passato e so cosa si prova prima di entrare in campo, quando siamo in campo e quando finisce la partita. Ciò che invece in passato non sapevo è cosa accadeva ad un arbitro prima di entrare in campo, quando è in campo e quando finisce la partita. E non parlo di procedure tecniche. Parlo invece di quel fattore che ci spinge a farlo ogni volta. Ovvero il piacere dell’emozione. Elemento vissuto dal giocatore, dall’allenatore ed anche da quella persona che si chiama arbitro.

    L’arbitro gioca una partita.
    Ma permettetemi di dire che gioca la partita più difficile in quel campo.
    Perchè non gioca contro un avversario che potrebbe non essere in forma e quindi battibile, ma gioca sempre contro il solito avversario che è sè stesso.

    Avere la cognizione di causa che ogni fischio oppure ogni indecisione influenzerà:
    -l’azione in corso magari anche tatticamente perfetta e dunque rovinata dal fischio
    -l’astio (quasi sempre) del cinquanta per cento del pubblico sfavorito dal fischio
    -lo sfogo (a volte controllato bene) del giocatore che deve in quel momento stare attento a non trasformare la sua aggressività sportiva (necessaria per vincere) in una folgore immediata di rabbia verso il parafulmine dell’arbtrio (per non aver vinto l’azione)
    -e molte molte altre cose che non riporto per non dilungarmi

    Avere questa cognizione di causa, dicevo, non deve impedire all’arbitro di giudicare in modo imparziale. Ma non solo imparziale per non favorire solo una squadra, ma imparziale per SE STESSO! Nel senso che se per timore di non provare le emozioni negative sopra scritte, io non fischio (anche solo per una volta ) io HO FALLITO la mia missione di arbtrio.

    ED E’ IN QUESTO ULTIMO CASO che davvero un giocatore potrebbe “ammonire” un arbitro. NON perchè ha sbagliato a fischiare una doppia, ma perchè non ha saputo rivestire in modo corretto il suolo ruolo di giudice IMPARZIALE! In quanto ha agito appunto secondo emozione soggettiva.

    Un caso eclatante sarebbe proprio quello riportato in un altra discussione di questo blog. Ovvero quando un giocatore ammette il tocco e l’arbitro non lo ha visto. Modificare la decisione significa basarsi sulla fiducia verso quella persona che è in quella parte del campo. In campo sono tutti uguali. Se ho sbagliato a fischiare dovrò imparare a stare più attento la prossima volta. E se mi succede spesso, dovrò pensare di non assere adatto ad arbitrare. Quindi, gestire la partita secondo una soggettività (a mio avviso!!) è quanto di più sbagliato può fare un arbtrio. Esiste un regolamento da rispettare. Io non sono un avvotato, sono un giudice che deve applicare quella legge SENZA interpretare i commenti o le opinioni delle parti in gioco. Esiste un fatto concreto, lo osservo e lo giudico secondo il regolamento. Se TU giocatore mi dici che ho sbagliato ne prendo atto. E se ho davvero sbagliato a fischiare allora la prossima volta non sbaglierò per merito tuo. Ma in questo istanto ho fischiato, deciso e si va avanti perchè questo è il mio ruolo.

    Qui lo hanno già detto in tanti che gli essere umani possono commettere errori e dunque l’arbtrio è umano. Ma migliorare significa ridurre gli errori. E questo è ciò che fa un giocatore, un allenatore ed ANCHE un arbitro. Dunque è giustificabile il semplice disappunto nel momento di un errore, ma non giustificabile andare a fare pensieri che destabilizzano la CATEGORIA degli arbtrio. Ovvero “addestrateli” meglio, insegnateli anche a tenere un pallone in mano, oppure peggio non fate arbitrare i nuovi. Sono concetti fuori luogo. Per scarsa conoscenza del ruolo.

    Insomma, concludo e mi scuso per essermi dilungato.

    Se un giorno un giocatore, che pensa che gli arbitri si limitino semplicemente a far uscrire fiato in un fischietto, potesse sperimentare sulla propria pelle che cosa DAVVERO significa quel suono nella testa di un arbtrio, avremo una pallavolo stupenda.

    Ciao
    Ste

    ps. è scontato che anche per me vale il concetto che nel cestino buono ci può essere qualche mela marcia. Ma questo vale per il settore arbtri, come allenatori e giocatori. Sta al “buono” allontanare o almeno correggere il marcio!

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