I giocatori coinvolti in un’esercitazione

Grazie soprattutto al VCS, sto avendo il piacere di vedere tanti nuovi esercizi più o meno conosciuti. Veramente una bella esperienza, che però va sfruttata per dare spunto a riflessioni e discussioni costruttive.
Il punto su cui vorrei soffermarmi oggi è l’aspetto organizzativo. Cercherò di spiegarmi.Dal punto di vista puramente metodico, dobbiamo tener presenti alcuni aspetti di un’esercitazione:

  • Il tempo necessario per predisporlo
    • Tempo necessario per predisporre le attrezzature necessari
    • Tempo necessario per spiegarlo
    • Tempo necessario ai giocatori per capire il meccanismo
  • Lo spazio palestra occupato
    • Quanti campi sono necessari
    • Quanto spazio rimane per ulteriori esercitazioni e che tipo di spazio rimane
    • Quanto spazio è sprecato (ad esempio, se attacchiamo sulla parallela senza difensore, la parallela e anche la Zona 6 del campo opposto sono “spazi sprecati“, poiché non riutilizzabili per altri esercizi indipendenti)
  • Il tempo necessario per farlo eseguire a tutti i giocatori che ci interessano
  • Il numero di palloni richiesti e l’ubicazione dei cesti/carrelli
    • Legato al ritmo dell’esercitazione
    • Legato al numero di ceste/carrelli disponibili
    • Legato alle altre esercitazioni (essendo il numero di cesti limitato, dobbiamo scegliere posizioni strategiche e considerare i tempi per andare a prendere i palloni)
  • L’autonomia dell’esercizio
    • Se l’allenatore deve lanciare o può solo osservare e correggere
    • Come avviene il recupero fisiologico
    • Come avviene il recupero dei palloni
    • Analisi della densità tecnica (ripetizioni ravvicinate di un gesto)

Una volta sviluppata questa analisi, è necessario valutare se veramente l’esercizio è attuabile. Faccio un esempio: ho 14 giocatori in palestra. Non posso certo permettermi di fare un’esercitazione che occupi 2/3 del campo per 3 giocatori. Posso permettermelo per pochi minuti, altrimenti dopo diventa un caos. Per di più, se sono coinvolto in maniera diretta nell’esercizio, non posso nemmeno verificare che gli altri atleti stiano effettivamente lavorare.

Mi riferisco specialmente agli esercizi analitici, dove necessitiamo di ripetizioni ravvicinate (elevata densità tecnica) e correzioni continue. Se non disponiamo di un vice – allenatore, di un amico in palestra o di qualsiasi cosa affine, è molto importante pensare ad esercitazioni che coinvolgano il maggior numero di giocatori in azioni “attive e sensate”, magari che si allenino da soli (se non è necessario, non lancia l’allenatore, ma un compagno), che predispongano alcuni atleti solo al recupero dei palloni (per velocizzare il tutto).

Altra buona idea è l’accoppiamento dei giocatori più “ribelli” con quelli più ligi. In questo modo, l’assenza di un vice allenatore è compensata (in parte) da un giocatore che sia veramente intenzionato a ben allenarsi. Appurata questa ipotesi, possiamo anche permetterci di lasciar lavorare alcuni giocatori da soli (su esercitazioni chiaramente più semplici e già più volte corrette) e concentrarci su gruppi più piccoli.

Infine, un’idea un po’ meno attuabile. Avendo la palestra 2 ore e mezza (caso rarissimo!) si può pensare di dividere il gruppo in due parti: una parte lavora nella prima mezz’ora (numero ridotto, cioè densità tecnica elevata), poi si fa un’ora e mezza insieme (esercizi di sintesi e globali) e un’ulteriore mezz’ora con il secondo gruppo.

Comunque, questa riflessione era solo derivata dal fatto che certe volte trovo degli esercizi che mi sembrano molto interessanti, ma che nella realtà sono difficilmente attuabili nel mio gruppo. Penso sia un problema anche di altri.

Hits: 18

VCS: Ora ci sono anche gli Scout!

Altra immensa novità nel mio progetto di Coaching Online (per maggiori informazioni, leggi il mio precedente articolo in merito): da oggi è disponibile infatti un sistema integrato di statistiche di gara.

Il funzionamento è molto semplice: si inserisce, per la partita attiva, un file di testo ben formato (ci sono semplici regole da rispettare) ed il sistema, in automatico, crea le statistiche, con tanto di grafici. Per di più, la squadra potrà visionare tutte le statistiche direttamente dal proprio pannello di login.

E non è tutto: a breve sarà disponibile anche un software per la rilevazione diretta durante la gara!

Hits: 8

Torneo Presepe della Marineria a Cesenatico

Sono da poco tornato da Cesenatico, dove, con i miei giovani superstiti (tra malattie, genitori, vacanze) ho preso parte al Torneo “Presepe della Marineria” a Cesenatico.
Un sincero applauso all’organizzazione, impeccabile sotto ogni punto di vista. Le strutture del Camping sono in ottimo stato, forse giusto le docce andrebbero riviste. I tempi sono stati calcolati alla perfezione e gli organizzatori, Luca e Luigi, sempre disponibili e presenti. Così come sono sempre disponibili e presenti gli altri membri dell’organizzazione, che non ho avuto il piacere di conoscere direttamente.
Pallavolisticamente parlando, oltre all’U18 Maschile (cui io ho partecipato con quattro ‘92, due ‘90 e due supporti, fondamentali, dell’Iride Volley di Modena), c’era il torneo U16 Femminile.

Il livello del femminile era a dir poco mediocre. Tendente al nullo. Sembrava di vedere, a volte, ragazze che non abbiano mai visto un campo ed una palla. Ma il femminile non è il mio campo, pertanto non mi intrometto.

Nel maschile il livello era decisamente buono. D’accordo, alcune squadre (POOL, Cesena) erano selezioni territoriali e, quindi, è quasi normale che il livello sia buono. D’accordo, è possibile che il fatto che alcuni giocatori U18 facciano la D e si allenino con qualche B2 possa avvantaggiarli non poco. D’accordo, è anche possibile che sia capitata un’annata particolarmente buona. Però io non ho mai visto, a Bologna, un U18 maschile a livelli di quelli visti in questi 3 giorni. Forse la Zinella Volley ci sta andando vicina quest’anno, ma credo avrebbero faticato molto anche loro.

La riflessione è, principalmente, uno spunto per una meditazione, che dovrebbe coinvolgere i dirigenti, gli allenatori, gli amanti della pallavolo nella mia città. Qual è il problema? Sono gli allenatori ad essere scarsi? Sono i dirigenti ad essere incompetenti? E’ la materia prima (i giocatori) a scarseggiare? E’ la materia prima (i giocatori) ad essere di bassa qualità? E’ la politica sportiva adottata che non funziona? C’è disorganizzazione locale a livello societario? Sono i genitori ad essere troppo assillanti ed ostacolisti?

Forse alcuni allenatori (per carità, mi ci metto in mezzo anche io) veramente trascurano troppo la tecnica. Forse neanche sanno veramente insegnarla. Forse alcune società non capiscono che devono lavorare nelle scuole, per reclutare future promesse. Perché un U18 che gioca insieme da 2 anni è quasi certamente debole, rispetto ad un U18 formato da ragazzi che sono partiti dal MiniVolley. Forse le spese sono eccessive. A volte anche immotivate. Forse manca il coinvolgimento dei genitori. Forse manca dirigenza qualificata. Forse manca un progetto serio per risollevare la pallavolo, un progetto che la FIPAV, per una volta, non voglia ostacolare. Forse, perché no, essendo la materia prima così scarsa, ci si deve accontentare di quel che capita. Forse qualche volta si punta troppo alla quantità e troppo poco alla qualità.

Sparkling Milano è venuta con un U16, una allenatrice ed un dirigente. Penso che questo U16 avrebbe potuto battere molte formazioni U18 di Bologna. Sono tecnicamente più raffinati. E credo che non sia poco. Il motivo per cui l’U18 era a livelli alti è che la maggior parte dei giocatori, oltre ad essere molto dotata fisicamente, è anche tecnicamente raffinata. Non credo si allenino 10 volte a settimana. Credo che il sistema sia più organizzato, credo che esista una società in grado di raccogliere tutte le “giovani promesse” per farle crescere veramente tutte insieme. Credo che i genitori siano “quasi amorevolmente obbligati” a prendere parte alle attività societarie, come le partecipazioni ai Tornei. Credo altresì che il sistema organizzativo sia migliore. E, perché non dirlo, credo che anche i tecnici siano migliori.

A Bologna bisogna ripartire da zero. Bisogna che si formino staff competenti e specializzati. Bisogna che qualcuno si faccia carico di creare giocatori veramente tecnicamente capaci. Perché, in giro per l’Italia, di pallavolo buona ce n’è ancora.

Hits: 5220